Roma, ristorante Mamma Angelina

Viale Arrigo Boito, 65
Tel. 06.8608928
Aperto a pranzo e a cena
Chiuso: il mercoledi
mammangelina@libero.it

Se la sala di questo ristorante fosse solo un po’ più piccola, entrando di domenica a pranzo potreste avere il dubbio di essere entrati a casa della signora Angelina Dell’Omo, anzi di mamma Angelina come ormai la chiamano tutti. In realtà l’unico geneticamente deputato a chiamarla così è il figlio Andrea, un po’ alla cassa, un po’ ai tavoli e un po’ ai vini, vivace e ospitale patron. Angelina invece preferisce il dietro le quinte dei fornelli, in camice da lavoro, una cucina che sa di tradizione, nessun occhiolino ruffiano alle mode, piatti tutti solidi e ben impostati.

Aria casalinga si diceva, anche per la presenza di famigliole e habitué in un quartiere, siamo all’Africano, che non si distingue certo per offerta gastronomica. Quando il tempo lo consente, si apparecchia anche all’aperto e la domenica non manca mai il piatto ghiotto per eccellenza, la lasagna. Prevalentemente marinare le proposte giornaliere, ma con la “bibbia” della cucina romanesca sempre pronta: gricia, carbonara, matriciana, cacio e pepe.

All’ingresso, come negli anni Settanta, il banco con alcuni piatti al buffet e, a futura memoria, come negli anni Ottanta, il cocktail di gamberi in salsa rosa (ma in tanti lo prendono).

Per cominciare, insalatina tiepida di seppie con asparagi, un buon carpaccio di baccalà con dadolata di pomodorini, bresaola di tonno, polpettine di pesce e verdure.

Tra i primi piatti i maltagliati allo zafferano con ragù di calamaro e broccolo romano, molto delicati nonostante gli ingredienti di carattere, i tagliolini con pomodoro, alici e pecorino, le tagliatelle con pesto e gamberi

e i fusilloni allo scoglio con frutti di mare (lievemente superato il punto di cottura e un po’ troppo pomodorosi), orecchiette con seppie, pomodori e basilico, gnocchetti agli spinaci conditi con la bottarga, e non mancano mai i classici spaghetti con le vongole.

Per continuare, insalata di polpo e patate, un’ottima frittura di moscardini

involtini di pesce spada con gustoso ripieno di cous cous e verdurine. E poi il pesce del mercato da grigliare o passare in forno a seconda dei gusti.


Si chiude con i dolci preparati da Angelina come la crostata di ricotta e cioccolato, il semifreddo al pistacchio, la caprese, la crème brulée o una crostata di mele cotogne davvero niente male.

Il servizio, garbato e disponibile, conserva come l’ambiente una formalità legata alla tradizione anche se qualche volta è penalizzato dal menu recitato a voce. Sui vini, una buona carta con circa 250 etichette e una più che conveniente mescita, a tre euro al bicchiere. La selezione delle etichette è studiata, con diversi spunti originali, bollicine italiane e francesi e, soprattutto, ricarichi più che onesti (in qualche caso il prezzo è inferiore a quello che si trova in enoteca) con Andrea pronto a consigliare e descrivere vini e vitigni, come se si fosse a casa. E anche il conto, sui 35 euro, per un pranzo a base di pesce a Roma, è un invito a ritornare.

Virginia Di Falco


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