Lsdm 2016. Scabin che prepara la bagnacauda pestana, il suo allievo stellato Vitantonio Lombardo che frigge pollo, Albert Sapere che scarica la tensione con uno spaghetto cacio e pepe alla Tassa, Luigi Taglienti che propone spaghetti al limone che mi ricorda il primo gelatino offerto a una signorinella alla tenera età di 13 anni con 20 lire, i Costardi che chiudono il risotto tra frizzi e lazzi, fiumi di Pietraincatenata.
Una serata vera, tranquilla, nella quale ciascuno ritrova la radice dell’impegno professionale: la passione per il cibo. Molto semplicemente, quando cucinare esprime una esigenza interiore e non quella di esibirsi.
Anche queesto è il piccolo grande segreto di Lsdm. Non farsi ingannare dai numeri e dalle necssità di crescere, ma, semmai, di andare sempre più in profondità.
Così sarà, ne siamo convinti, la decima edizione: non celebrativa, ma più esclusiva, più intensa, e dunque più passionale.
Non era un privilegio per pochi invitati esserci, si sa che Scabin e i Costardi fanno casino da Dina e Rico Vignola la notte e tutti sono i benvenuti. Basta rinunciare a qualche ora di sonno ed essere liberi.
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