Serpico 2003 Irpinia igt Feudi di San Gregorio

Pubblicato in: Avellino
Serpico 2003 Feudi di San Gregorio

Se penso a come si è vissuta drammaticamente l’annata 2003 e i risultati che oggi abbiamo nel bicchiere divento sempre più guardingo su previsioni e analisi, anche a vendemmia chiusa. Questo perché ogni zona ha una storia a se stante ed è chiaro che un territorio freddo come l’Irpinia in una stagione dominata dal caldo non può che averne beneficio mentre, al contrario, un andamento climatico fresco favorisce le zone calde come il Cilento e la piana di Mondragone.
Serpico 2003 è l’ennesima conferma di questa situazione che invita allo stappo di bottiglie di Aglianico e di Fiano, magari anche di Greco e Falanghina se ben conservate. La troviamo spiluccando la carta delle lampare al Fortino a Trani, un bellissimo ristorante avviato in una chiesa sconsacrata a picco sul mare. Quello che colpisce di questa bottiglia, da noi mai particolarmente amata in verità perché distolse l’attenzione dal Taurasi nella seconda metà degli anni 90 in un momento decisivo per questo rosso, è appunto il tono vivace, la freschezza vibrante, i tannini setosi, ben levigati dal tempo.
Una bottiglia insomma, che si riesce a spendere su ogni tipo di piatto, compresi quelli di mare, purché ben strutturati. In tal modo si confermano quelle che sono le caratteristiche dell’Aglianico, ossia la necessità di aspettare queste bottiglie nel tempo per evitare di berle in anticipo, quando il vino è ancora scomposto e acerbo. Non c’è altra soluzione se non la pazienza, come il corteggiamento a una persona difficile, per poter arrivare al risultato. Il Serpico e il Taurasi dei Feudi pagano la disattenzione al rosso di questa grande azienda. Un peccato perché le rare verticali che si riescono ad organizzare regalano davvero belle soddisfazioni. Come questo Serpico 2003, che avrebbe avuto ancora un vita ben lunga.

 

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