I sette vini della Quaresima in Campania

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Benozzo Gozzoli il vino a tavola

Il cibo della Quaresima vuole sicuramente il bianco: ortaggi e mare, piatti non strutturati, ma soprattutto l’esclusione della carne tiene ben lontani i rossi importanti nonostante il clima rigido. Un po’ come nel periodo che va dall’Immacolata alla Vigilia di Natale.

Di nostro gusto è Vigna Lapillo 2014 di Sorrentino, un Lacryma Christi del Vesuvio sapido e minerale, assolutamente efficace sul pesce.

Buono anche il Sireo 2014 di Abbazia di Crapolla, uno dei rarissimi bianchi della Penisola Sorrentina.

Se scapoliamo i Lattari e per uscire dai nomi più conosciuti e celebrati vi invito a bere il Selva delle Monache Ravello Bianco 2014 di Ettore Sammarco, il nostro bicchiere della vigilia dell’Immacolata a Cetara che adesso è nel pieno della sua maturità in attesa della nuova annata.

Non possiamo non consolarci, ancora, tralasciando Le Serole 2013 di Terre del Principe, un magnifico bianco da uve pallagrello che sempre ci consola quando trascorre il tempo.

E da Benevento? Via libera al Beneventano Bianco 2014 di Anna Bosco da uve Grieco.

Oppure lo splendido Fiano di Fosso degli Angeli a Casalduni 2014 che mette in riga parecchi mostri sacri di questo settore.

Irrinunciabile il Coda di Volpe 2011 Irpinia doc di Michele Perillo, uno dei bianchi più buoni del mondo ottenuto dalle uve coltivate a Castelfranci.

Ci fermiamo qui perché sette è da sempre il numero perfetto. Ne troppo, né poco.


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