Siano, ristorante pizzeria Il Pirata

Pubblicato in: Le pizzerie

di Lello Tornatore

Certo che ci vuole una bella dose di faccia tosta, solo per parlare…di cibo (ma noi siamo andati oltre la parola) dopo la stupenda cavalcata a Casa del Nonno
13!!! Devo dire, per la verità, che la colpa è stata tutta della disquisizione sulle pizze iniziata proprio nella “salumeria” di Raffaele Vitale. Le solite storie…la vera pizza la fanno solo a Napoli, la vera pizza è quella che messa in bocca non riesci a distinguere il “disco” dal “companatico”, la vera pizza è quella che ha la giusta elasticità per essere piegata “a libretto”…e via di questo passo.

Come al solito i toscani, che ne sanno una più del diavolo, ed in questa occasione erano ben più che rappresentati, per bocca di Gionata Rossi e Paolo Parisi ci prospettano il seguito della giornata da ” Il Pirata”di Siano (Sa).

Scremata la comitiva dallo storico-psichiatra della gastronomia campana, il buon Tommasino Esposito, che desiste onde evitare di dover fare a botte con il proprio fegato, dagli ormai stanchissimi Maffi e Ciomei e quindi dal dispiaciuto Pigna che in questo frangente svolgeva per i toscani il ruolo che fu di Virgilio per Dante, ci dirigiamo alla volta del Pirata. Beh, non vi aspettate chissà cosa, un posto dignitoso dove poter continuare in santa pace il nostro cazzeggio sulle pizze e sull’evoluzione del gusto, in merito.

 

Ordina Rafilino, l’architetto del gusto…si ma dovete sapere che qui dal pirata, ordinare o non ordinare, è quasi la stessa cosa. In che senso? Evvelospiegosubito!!! Raffaele aveva chiesto solo qualche pizza e un pò di carne…ci arriva a tavola dopo tre minuti tre, una stupenda per me, magari per il Pigna panosa, pizza margherita che in un battibaleno divoriamo ed archiviamo.

Ma che ci si beve su? Ah no, all’unanimità bulgara decidiamo di lasciar perdere il vino, “che ne abbiamo un fracco”, direbbe la mia conterranea ormai donata alla capitale, Virginia Di Falco. E allora si va di Fisher in Fisher, una discreta bionda, “calda” intorno ai 6°…Ma anche sulla tagliata? Eccerto, siamo mica qui a contare i peli della barba del Parisi!!!

Questo è un locale spartano, essenziale, si mangia e si beve per fame e per sete, l’enogastrofighetteria si lascia fuori dall’uscio…e c’arriva la tagliata preventivamente mostrataci per farci verificare la frollatura. Una cottura da uomini delle caverne, d’altronde così l’avevamo chiesta (‘na votata e ‘na girata)!!! Ma il sapore delle carne, forse di marchigiana, non ricordo ce l’abbiano spiegato, così si sente tutto. Assieme alla tagliata ci arrivano delle costatelle di maiale niente male.

 

In Toscana ce la sognamo una carne così, ammette il Parisi, ma aggiunge, a parte i miei maiali!!! Il tavolo incomincia a trabordare, il Pirata (con tanto di bandana), ci spedisce ancora un piattone di delizioso Mallone, l’amalgama tra rape e patate è perfetta, e mi è piaciuto tantissimo anche il sentore di aglio bruciato, lungi da me a voler fare improbabili accostamenti, che sentiamo anche in alcuni piatti dell’Oasis di Vallesaccarda. A completare il tutto, si ce la facciamo ancora, un sontuoso e coloratissimo monticciolo di patate e papaccelle fritte.

 

Gusti ancestrali, le patate sono quelle sbucciate e tagliate, dalla forma irregolare, non quelle tutte uguali direttamente dal congelatore, dal sapore posso affermare che sicuramente c’era una buona percentuale di sugna nell’olio di frittura, buone anche le pappaccelle, magari solo un pò di acidulo in eccesso…E si sono fatte le 23:30, daccordo Pigna che qui al sud non si guarda l’orologio (vedi poi da quale pulpito viene la predica…), ma stare a tavola incessantemente dalle 13:00 alle 23:30 è ben più di una giornata di lavoro, e perciò un pò di riposo lo meritiamo anche noi, lavoratori …della tavola!!! ;-))

 

Ristorante-pizzeria Il Pirata

di Nocera Salvatore

via Zambiano, 188 Siano (Sa)

tel. 3408241163


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