Signore e signori, Selosse!

Pubblicato in: Champagne e Vini francesi

Per anni gli Champagne Selosse sono stati tra i più temuti dai sommelier.
Champagne che sembravano dedicati esclusivamente agli addetti ai lavori o a quelli che in Francia chiamano “Le client averti” , il cliente avveduto, cosciente, esperto, preparato…
E quindi ogni volta che ho chiesto, oppure ho proposto, a seconda del ruolo che mi toccava, ordinare o stappare un Selosse la domanda antipatica da subire o da fare era sempre la solita: “conoscete già questa tipologia di Champagne? “

E spesso l’imbarazzo di fronte ad un prodotto non conosciuto ma di cui si è sentito parlare con enfasi da amici e pseudo-esperti portava a momenti decisivi : berlo o non berlo ? Ma è buono o non è buono ? Ma sa di tappo o è solo ossidato. Oh my God quante minchiate ho sentito.

Questo è una filosofia di Champagne che ha spaccato il fronte . Ma anche avendo deciso da quale parte stare del fronte, poi bisognava anche farsi il segno della croce di fronte all’evidente irregolarità di un prodotto che raramente ridonava le medesime emozioni ogni volta che lo si assaggiava.


La Biodinamica, il metodo Solera , la spremitura tradizionale, la fermentazione in barrique…
Tutti argomenti che tenevano banco ad ogni stappo fino a rendersi conto che si stava parlando con il bicchiere vuoto perchè la bottiglia era già finita, e la salinità, la sapidità, la complessità, l’intensità e la bevibilità spregiudicata di un vino di Anselme Selosse aveva avuto la meglio su ogni discussione.

Fin qui generalizzando, perché dai sette ettari di terreno vitato, di cui uno di pinot noir e il resto chardonnay, e delle dichiarate 45/50mila bottiglie messe in commercio annualmente, ci sono le espressioni di diversissimi vini di Champagne, per quanto tutte le cuvèe siano ottenute da vini di tre annate differenti.

E allora qui ognuno potrà scoprire individualmente quale sarà il vino preferito di Selosse. Sto parlando di vino perché di vino si tratta, e non della solita bollicina passepartout.

Si potrà affrontare con una certa serenità il Brut Initial, che già però sposta molti parametri abituali altrove collocati staticamente sui sentori riconoscibilissimi in un Blanc de Blancs. Caratteri ancora più accentuati nel Version Original, dove oltre alla lunga permanenza sui lieviti, nessun dosaggio verrà effettuato al momento dello sboccamento, compensando l’inevitabile perdita di liquido con il medesimo vino.

Superato questo sbarramento ci si potrà avventurare nelle profondità occulte del Substance con qualche timore ma con un già discreto portafoglio di esperienza, quasi da “Client Averti!”.
Substance è di nuovo uno dei cento vini da bere in questa vita. Qui, il passaggio in barrique nuove e il metodo Solera possono lasciare il segno sul breve periodo , ma con pazienza e coscienza si potrà apprezzare un vino che esce da quasi tutti gli schemi conosciuti, magari sopportando qualche iniziale puzzetta, disperdibile nell’aria tramite caraffatura. Si, qui un passaggio in caraffa può essere veramente utile per non dire “molto consigliato”.

Il Contraste è il mio preferito. Pinot noir 100% con sfaccettature infinite che possono mettere a disagio le menti ottuse. Meglio annusarlo e berlo a occhi chiusi. Il viaggio potrebbe partire da un bosco profumato di fragoline di bosco e finire su una scogliera atlantica.

Il Rosè ( quando ci prende ) è quanto di più ruffiano e godurioso che si possa immaginare sul tema. A volte sembra fatto come un kir royale tanto è buono e diretto.
Stappato una notte di fine d’anno vicino a rosè impressionanti quali Krug e Dom Perignon sembrava volerli prendere in giro con il suo modo irriverente e spavaldo di riproporre un tema conosciuto ma interpretato con “intensa leggerezza”

Molto interessante la declinazione “dolce” del Blanc de Blancs Exquise, che coniuga freschezza e delicata dolcezza agrumata e può diventare una nobile sostituzione ad un vino dolce da fine pasto, così come un vino da bere in ogni momento della giornata, con niente, ma in buona compagnia si, in quanto molto gradito dai palati femminili.

Può succedere infine di incappare in qualche raro millesimato, bottiglie che sarà il caso di non lasciare in mani incaute ☺

Il successo poco a poco è arrivato, inesorabile, su tutta la gamma, e quello che si poteva comprare in Francia in periodo di massima diffidenza a 30-40 euro ora richiede almeno il doppio per l’Initial e circa 200 per Substance. Purtroppo anche il Contraste ha preso una direzione di prezzo impegnativa, ma del resto, quando si parla di 1200 bottiglie l’anno si sa già dove andranno i prezzi di mercato.


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