Sigrid Verbert, Il libro del cavolo

Pubblicato in: I libri da mangiare

Cibele Edizioni
pp.256. 28 euro
www.cibele.it

Una cozza sulla spiaggia è la memoria visiva ancestrale riproposta in apertura. No, non una cozza di scoglio del Mediterraneo presa davanti alla Torre del Saracino, ma del grande Mare del Nord dove Sigrid Verbert ha mosso i suoi primi passi a piedi nudi.
La trama del ricordo è il filo conduttore di questo libro raffinato, pignolo e metodico ma per questo ricco di passione e, quel che a me piace di Cavoletto, strabordante di quella curiosità infinita e assolutamente priva di pregiudizi propria dei grandi viaggiatori del Nord.
Ma, forse è meglio ricominciare. Ché non tutti sanno che Sigrid Verbert, belga di nascita e calabrese di adozione dopo il matrimonio ma formatasi professionalmente a Roma dove vive e lavora, è l’autrice del più importante blog gastronomico italiano, Cavoletto di Bruxelles che, qualsiasi classifica voi consultiate da qualche anno a questa parte, è saldamente in testa nella sua categoria. Come fece il suo compaesano Eddy Merckx sulle due ruote, ma lei forse non lo sa perché neanche era nata all’epoca.
Quotidie, dal 2005, Sigrid intrattiene i suoi lettori con un blog moderno, curato dal bravissimo Tiziano Fogliata, una sorta di diario nel quale si possono riconoscere tutti, dalla casalinga di Voghera al raffinato gourmet.
Esattamente come questo libro, frutto dell’incontro con i patròn di questa piccola casa editrice nata nel 2008, Davide Dutto e Lorenzo Piccione di Piano Grillo.
Sigrid appartiene a una generazione che non ha l’ambizione di essere esaustiva e di riordinare il mondo, ma solo la voglia di attraversarlo cercando di conoscere il meglio, trascurando evidentemente il resto. Anche per questo il blog, una forma di rapporto molto individuale e al tempo stesso pubblica di scrittura, è davvero lo strumento ideale e direi naturale per questa fascia di età che si muove fuori dai media ufficiali, un po’ come lo erano i volantini ciclostilati per noi ragazzi degli anni ’70.
Ogni generazione ha le sue forme, i suoi vestiti, i suoi odori.
Quelli di Sigrid sono decisamente europei ed è questa la forza interiore del libro. La novità intima di questa impresa editoriale. Tutto curato da lei, dai testi alle foto.
Potrei definirlo il primo libro di cucina europea. Già, perché la sua soggettività nel racconto non scade mai nel soggettivismo: il percorso di ricette costruito in nove capitoli (di cui uno, simpaticamente aereo, con quelle dei suoi lettori a tema pic nic) è molto pensato, meditato, frutto di un grande impegno nello scarto, ma soprattutto aggiornato sulle tendenze, gli chef, le mode. La Spagna ci parla da un bicchierino di pane e pomodoro ma anche dalle polpette così simili a quelle napoletane. E la “sua” Calabria apre con girelle alla ‘nduja e con lo spettacolare tagliatelle con fichi e prosciutto. E poi ancora una parentesi ungherese, un salto in Giappone, il fascino della Sicilia, evidente omaggio culturale a Lorenzo, dopo essere partita dalle spiagge del Nord, le patatine fritte fatte dal padre, e poi Bruxelles e, ovviamente, la Francia in cui sono evocate atmosfere malinconiche proustiane in cui i nordici attratti dal sole e dall’azzurro amano rifugiarsi psicologicamente quando sono in compagnia di se stessi.
La lettura è facile e gradevole, il suo è un italiano leggero, comunicativo, alleggerito dalla scrittura internet con faccine e simbolini ma per fortuna senza ke e xché.
Sarà piacevole per chi vorrà ripetere le ricette, a volte d’autore come nel caso di Adrià, su cui Sigrid fa analisi breve e concisa, un manifesto contro la barbarie degli ultimi mesi scatenata in Italia da Striscia e da quegli chef che si sono prestati a questo miserabile gioco: <Pensavo e penso tuttora che Ferran sia uno dei pochi autentici geni del mondo della cucina, capaci di creazioni che parlano al cuore, immediatamente, perchè buonissime, e alla mente perché sono anche cerebrali, incredibilmente intelligenti e di grande sensibilità>.
Sarà utile se vorrete sbirciare su quanto si discute in questo momento. Un raffinato regalo di Natale da leggere tutto l’anno.
Ah, dimenticavo: non lo trovate in libreria, ma solo in rete cliccando qui.


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