Sine Die 1999 Aglianico del Vulture doc

Pubblicato in: in Basilicata
Sine die 1999 Aglianico del Vulture

Uva: aglianico
Fascia di prezzo: nd
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno

Non c’è niente di più bello che condividere il vino con gli amici ed è per questo che da solo non riesco mai ad aprire nulla se non per lavoro. Capita dunque una delle nostre maratone nella mia casetta in Cilento e al momento giusto, ossia quando Albert Sapere inizia a preparare una pasta e fagioli, penso che sia venuto il momento di tirare il collo a questa magnum che proprio Severino mi regalò quando andai a trovarlo per la prima volta in azienda insieme a Francesco e Antonio Muci, ennemila anni fa.
C’è poco da fare, l’Aglianico non invecchia, migliora solamente. Figuriamoci in magnum. Era un bel po’ di anni che non approcciavo a questo Aglianico del Vulture, l’ultima sfida che Severino ha fatto prima di passare la mano ai figli ed ero curioso, ma anche certo. Prima di berlo abbiamo ossigenato il vino in una grande caraffa, bastano dieci minuti ed è così che è andata anche se dopo un’ora era ancora più buono. Con il tempo l’Aglianico ingentilisce i tannini, li rende setosi, ma dopo questa prima carezza ritorna con la irruenza di sempre, quella acidità indomita, meno marcata nel Vulture che in Irpinia perché collocata esattamente al centro del frutto, ancora fresco. Poi spezie, macchia mediterranea, tabacco, carruba, cenere. Un naso complesso e bellissimo, una soddisfazione enorme averlo aperto
Che dite, l’altra magnum l’apro tra dieci o vent’anni? Mi sa che è meglio dieci, ma per me, non per l’Aglianico:-)

Scheda del 22 giugno 2011. Ho imparato a rinviare alcune decisioni Sine Die e mi sono accorto quanto sia saggio. Se sai fare previsioni, ovviamente, di come le cose si possano mettere indipendentemente da quel che puoi fare tu. Anzi, a volte spingere vuol dire frenare, frenare vuol dire spingere.
Allora è bene rinviare l’apertura di una bottiglia di Aglianico perché siamo sicuri che il giorno dopo è certamente superiore. Sine Die, Severino. Strano il disegno dei Dioscuri sulla tua Cometa: sei nato nell’aglianico irpino ma hai fatto famosi Gaglioppo e Negroamaro e l’unico Aglianico firmato da te è questo del Vulture.
Capita ai campioni di non poter giocare mai nella propria città. Rinnegato Sine Die.
Sine Die rinvio lo stappo delle bottiglie della mia cantina puntando al 2019, mi ci butto se lo becco al ristorante e sto in pace quando il profumo del bicchiere mi disegna il castello di Lagopesole, i campi di grano dopo Tolve, i boschi sopravvissuti sul vulcano. La rosa, la ciliegia, il tono fumé, il tabacco biondo. L’ingresso è discreto, non irruente, sei nella cattedrale di Acerenza e guardi la Murgia dall’alto: ricorda i Taurasi di Carmine Valentino, mai strillati e solidi.
Amo questo genere di rossi quando ho finito, se non ho altre ansie, se devo premiare me stesso con quanto di meglio il vino può regalare all’anima, prenderti e accompagnarti sulla soglia dell’irreale senza per questo perdere coscienza dei confini della tua fisicità.
Sine Die, per il Sud baciato dal sole e dal mare dove la passione non si inchina mai alla necessità.
Sede a Copertino. Tel e fax 0832.947512. www.masseriamonaci.com vini@masseriamonaci.com Enologo: Severino Garofano. Bottiglie prodotte: 500.000. Ettari: 16 di poprietà più 20 in fitto. Vitigni: nero di Troia, negroamaro, aglianico, montepulciano, primitivo, chardonnay, sauvignon, paglierino, malvasia bianca.


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