Somma Vesuviana, Hungry People. Un nome da pub, ma cucina gourmet. Ci pensa Mimmo Molaro.

Via Annunziata 60/62
Tel. 081.8932111
Aperto la sera
Chiuso mercoledì
Da 10 a 35 euro

di Tommaso Esposito

C’è soltanto l’imbarazzo della scelta.
Da una parte funziona il Pub & Beer.

Ambiente giovane con panche in legno e le spine sempre pronte a spillare birra.
Di qualità naturalmente.
Ci pensa Ciro Mele.
Panini taglia M o XXL a seconda dei gusti  e della fame.
Con salsiccia e friarielli, ma anche con wurstel e patatine.
Insomma come si vuole ciò che si vuole.

Dall’altra funziona il Food, Beer & Wine.
Formula bistrot e cucina gourmet.
(Simone non ti arrabbiare per gli anglicismi e i gallicismi!).
Bella sala, pareti e tavoli in legno scuro.
Angolo delizie e scaffale cantina.

Fornelli nascosti con porte a vento.
D’ estate e col tempo sereno ci si accomoda all’aperto.
Mimmo Molaro è l’artefice ispiratore.

Cominciò un quarto di secolo fa.
Paninoteca.
Poi il raggio di sole.
Ricerca e affinamento del gusto.
Complice il figlio Giuseppe, ventisei anni, che ha fatto il cuoco al Santceloni con Santi Santimaria e ora sta a La Pergola con Heinz Beck.
Cosicché Mimmo che conosce bene tutte le ricchezze di questa terra, dal baccalà alla pummarolella con il pizzo che si intreccia nel Piennolo del Vesuvio, s’impegna a ricercare un po’ di qua, un po’ di là lungo la penisola, e con qualche puntata Oltralpe, le cose più buone e gustose.

Cominciamo.

Focaccine cresciute con lievito madre rinfrescato sovente.

All’antica e pure alla moda: Farina Quaglia Petra 3.
Un po’ di grana padano non stagionato a scaglie.
Profumate fragranti.
Grissini buoni e friabili.

Poi crostini. Stesso lievito, stesso macinato.
Ma impastato con che?
Indovinate.

Fiordilatte di Agerola.
Risultato eccezionale.
Il fiordilatte è l’anima del pane, la sua essenza.
Non è il companatico.
Grande Mimmo.

Che sopra ci mette acciughe pescate nel Mar Cantabrico.
Grandi, carnose, succulenti.
E poi Pomodorino del piennolo e olio dei Monti Alburni.
Che c’è da commentare?
Si gusta e basta.
In cucina l’aiutano Marco Terracciano e Gennaro Autorino.
Giovanissimi allievi.

Giunge la trilogia di parmigiana.

Parmigiana di patate, quelle novelle di Avezzano.
Morbida, tenerona, croccante.

Parmigiana di zucchini.
Quelli di San Pasquale, passati in frittura a rondelle adagiati sulla mozzarella filante.
Un po’ amari, un po’ dolci. Profumati.

Parmigiana di melanzane.
Quelle bianche non le Cime di Viola che diventano buone a settembre.

Queste le chiamano le americane.
Sono più dolci.
Ecco l’involtino.

Anche qui la melanzana.
Quella lunga però.
E dentro c’è il ripieno di carne macinata saltata in padella.
Un hamburger scomposto, dai.
L’ortaggio al posto del panino, adagiato per giunta sulla fredda fonduta di bufala e la tiepida caponatina.
Buono anche questo.
Non poteva mancare il gattò.
A forma di tortino.

Farcito di melanzana, siamo nella stagione no?,  e salsiccia.
Per letto una vellutata di patate e crema di rucola.
Buono buono.
Poi il primo.

Linguine con pesto di pistacchi di Bronte e basilico.
I semi sono tostati e triturati grossolani.
Il basilico si sente e l’olio fa da amalgama.
Semplicemente corretto ed equilibrato.
Da non lasciarne traccia alcuna nel piatto.
Le carni ci sono stasera.
Se fosse stato fine settimana, dal venerdì alla domenica, avremmo trovato pesce del Tirreno.
Fresco.
Crudo & Cotto.
Allora ritorneremo.
Intanto una delicata e friabile sfogliatina.

Con una crema pasticcera al limone.
Vicino un po’ di frutta di stagione. Fresca.
E per liquore?

Nocino.
Villa Zarri, Castelmaggiore.
La nobile e antica versione emiliana del nostro nucillo.
Più corposa e dolce.
Ah, per questa sera ho scelto le birre.

Dapprima Nut Birra Divina friulana di Zago.
Da quattro diversi cereali, bionda, non filtrata. Fresca.

E poi The Original HY Super Beer, doppio malto, complessa tripla fermentazione in bottiglia.
Ambrata e vellutata.
Alla prossima un Fiano o un Sauvignon.
Non mancano in cantina.


Dai un'occhiata anche a:

Exit mobile version