
di Giulia Cannada Bartoli
Chi mi conosce sa che sono flegrea di nascita e d’adozione. Non tutti sanno però, che nel mio sangue scorre una vena siciliana, che spiega la mia passione per questa magica terra e i suoi straordinari vini.
Siamo a Corleone, entroterra nord – orientale della provincia di Palermo. Fondata dai Normanni, antico borgo medioevale, rifugio degli arabi, ripopolato nel XIII secolo da Federico II di Svevia con coloni ghibellini lombardi, guidati da Oddone de Camerana (per concessione fatta a Brescia dallo stesso imperatore). Corilioni – così è individuato in un atto notarile del 1326 scritto in latino medievale e raccontato da Michele Amari nella Storia dei musulmani di Sicilia – Corleone dimostrò da subito una forte vocazione agricola.
La posizione è splendida: a due passi dalla bellissima città di Monreale con il magnifico Duomo, costruito a partire nel 1172 per volere di Guglielmo II d’Altavilla, re di Sicilia dal 1166 al 1189, è famoso per i ricchi mosaici bizantini che ne decorano l’interno. Dal 2015 fa parte del Patrimonio dell’umanità (UNESCO) nell’ambito dell’Itinerario arabo-normanno di Palermo e le cattedrali di Cefalù e Monreale. Ancora, il Bosco della Ficuzza con l’incantevole palazzo reale “Real Casina di Caccia di Ficuzza”, e poi le meravigliose Cascate delle Due Rocche.
Principe di Corleone risale alla fine dell’‘800. Giuseppe Pollara nel 1892, con lungimiranza rara per quei tempi, mise insieme piccoli proprietari terrieri per dedicarsi, tutti insieme, alla coltivazione della vite e alla produzione vinicola. Il nome dell’azienda si riferisce al Principe, una volta proprietario del Feudo, che racchiudeva i terreni dove oggi ci sono vigneti e cantina.
La storia della famiglia Pollara coincide con quella del vino in Sicilia, almeno, dal dopoguerra in poi. La Sicilia è una regione complicata da raccontare: è, infatti, talmente poliedrica, da rendere impraticabile qualsiasi generalizzazione. La Sicilia del vino è molto più di un territorio a parte: è, come amano definirla i wine makers, un “Continente in miniatura, ricco di cesellature”.
Dalla fine degli anni ‘70, nasce in Sicilia un vero movimento socio-economico che ha generato nuova linfa e importanza per il settore, grazie alla capacità di tanti imprenditori di tutelare e promuovere l’unicità del vino siciliano. Un processo che ha portato alla nascita della Doc Sicilia nel 2011 e, l’anno successivo, alla fondazione del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, che conta oggi oltre 3.000 soci e di cui fanno parte grandi nomi dell’enologia siciliana, inclusa Principe di Corleone.
Aver saputo spingere e valorizzare la Doc Sicilia è stata un’operazione di marketing territoriale illuminata: grazie alla valenza internazionale del “brand” Sicilia, i vini che si fregiano di questa denominazione hanno raggiunto importanti risultati in Italia e all’estero.
Torniamo alla storia della famiglia Pollara: alla fine degli anni ’70, nasce Ivicor (Industria Vitivinicola Corleonese). La nascita di Ivicor permetterà anche ad altri viticoltori del territorio di Corleone l’acquisto e la lavorazione di uve di qualità: Nero d’Avola, Catarratto e Chardonnay, mettendo le basi per il successo del vino siciliano di quest’areale.
All’inizio degli anni ’90 nasce in Sicilia un nuovo movimento enologico guidato da Giacomo Tachis per la produzione di vino di alta qualità. Principe di Corleone con la famiglia Pollara, nasce ufficialmente nel 2004 e si posiziona tra i protagonisti di questa new wave, fino a completare nel 2024 la certificazione biologica. Dal 2021, l’azienda aderisce alla Fondazione Sostain Sicily.
Con l’ingresso in campo di una nuova generazione, la famiglia Pollara, con Vincenzo, Lea e i figli Pietro e Leoluca, al fianco di tante altre realtà di eccellenza in Sicilia, diventa protagonista e promotrice dei prodotti e dello stile di vita Made in Sicily nel mondo.
Sophia (in greco, intelligenza) Nero d’Avola è un vino sorprendente che esprime alla perfezione i caratteri varietali del vitigno. Il Nero d’Avola per decenni ha rappresentato la moda vinicola della Sicilia che ha oltrepassato i confini isolani e nazionali, diventando l’immagine stessa della regione.
Questo calice, da agricoltura biologica certificata, si presenta un rosso rubino carico e luminoso. Al naso si percepiscono sentori di frutta rossa matura e carnosa, si avvertono chiaramente la ciliegia, l’amarena e la fragola. Il naso chiude con una leggera nota di mandorla fresca. Il palato è fine, tannini gentili, pieno con progressione gustativa dinamica ed equilibrata. I 14° di alcol sono perfettamente bilanciati da una bella spalla acida che invita a nuovi appaganti sorsi. E’ un vino moderno, contemporaneo che, nonostante il grado alcolico sostenuto, si lascia bere piacevolmente.
Io l’ho abbinato con la lasagna napoletana del 26 dicembre, ma, si sposa bene con i piatti di terra della tradizione siciliana: il timballo di anelletti al forno, o più semplicemente, con la “Vastedda del Belice” (Presidio Slow Food e unico formaggio di pecora a pasta filata italiano) e il pane di Monreale, in dialetto “u pani ri Murriali”, impasto a doppia lievitazione, con lievito madre, cosparso di profumati semi di sesamo e perché no? Con la zuppa di lenticchie da mangiare, per devozione il 31 dicembre.
Buon posizionamento a scaffale: sui 15,00 €.
L’azienda Principe di Corleone produce vino da quattro generazioni: Vincenzo Pollara, con Giuseppe Diesi e con il consulente Vito Giovinco organizza i lavori in cantina. Lea si occupa dell’attività enoturistica e di amministrazione. Dopo anni di studio ed esperienza sul campo, anche i figli di Vincenzo, Leoluca (marketing) e Pietro (gestione del vigneto), hanno deciso di dedicarsi completamente all’attività di famiglia, impegnandosi per il miglioramento di moderne tecnologie produttive e avviando evolute ed efficaci strategie di comunicazione. La cantina è molto attiva sul fronte dell’enoturismo e dell’ospitalità: Tenute Pollara è il Wine Resort di famiglia che offre esperienze di soggiorno, relax, degustazione e tour dedicati a percorsi in vigna e in cantina.
Principe di Corleone esprime appieno la cultura e il sapere enologico di una terra antica che ha saputo rinnovarsi giocando un ruolo importante nel panorama internazionale del vino.
Principe di Corleone – Pollara Srl, C/da Malvello S.P. 4 Bis Km 2,00 Corleone-Roccamena, 90034 Corleone(Pa). Tel.091.8462922/8463512–320.6656471. www.principedicorleone.it info@principedicorleone.it Ettari vitati:60 Enologi: Pietro e Vincenzo Pollara; consulente esterno: Vito Giovinco. Bottiglie prodotte:100.000 Varietà: Nero d’Avola, Nerello Mascalese, Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Catarratto Bianco Lucido, Grillo, Chardonnay, Pinot Bianco, Inzolia, Moscato Bianco.
Tenute Pollara 091.8486333 – 350.1929835 info@tenutepollara.it
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