di Fabrizio Scarpato
Chi l’avrebbe mai detto che la Pietra del Falco celasse la porta d’ingresso alla Valle dell’Eden… Certo forse qualcuno, e magari anche con ragione, ritiene mitica di per sé la verde Val Venosta che, contrappuntata di vigne e meleti, si estende placida ai piedi di Naturno. Certo un qualche significativo peso in termini di freschezza lo avrebbero le limpide rogge, gli stretti canali d’acqua che collegano i paesi aggrappati alla collina esposta a meridione, via via fino a Merano. Certo è che questo riesling è di uno squillante gialloverde, e al naso porta frutta e fiori gialli, mela e agrumi cedrati, annodati da un filo minerale dritto e profondo, per un sorso fresco, sapido e potente, e lungo, molto lungo. Ma quel che non t’aspetti è il florilegio tropical botanico che sboccia a bizzeffe, con colorazioni calde e variegate, che vanno dall’albicocca, all’ananans, dal mango al cedro fino alle nespole e alla menta, in un finale di bicchiere intrigante che spruzza di crema certe note amarognole quasi d’albedo. Un vero paradiso terrestre, persino facile da raggiungere. Basta svitare il tappo a vite e voilà, una ventata di profumi da far lacrimare gli occhi.
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