di Fabrizio Scarpato
Capita che la bellezza si nasconda in un dettaglio, in un gesto, in un profumo. O che ti colga di sorpresa senza di fatto palesarsi, ma solo attraversandoti. Capita che ti prenda in contropiede un ragù tanto minimalista e istintivo da risultare vago e irrisolto, tanto asciutto da farti chiedere cosa sarà che ti fa mangiare quella pasta con tanto gusto, cosa sarà che dobbiamo cercare, tra una forchettata e l’altra. Nient’altro che l’aglio, quello di Vessalico, ridotto, estratto, spennellato, spadellato, pellicola eterea a legare il tutto, presenza assenza dal fascino misterioso.
Tanto da non farsi dimenticare.
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