di Fabrizio Scarpato
A rileggere le scarne note di degustazione, vien fatto di indossare un maglioncino.
Residui fruttati messi a dura prova da sferzate ventose che fan lacrimare, sbalestramenti
da erbe aromatiche, il fumo e persino certe note di idrocarburi che declinano il sorso
nei toni del grigioverde, del metallizzato: un turbine potente, intenso, che si infila di taglio
nelle gole d’Arroscia. Anche il colore è paglierino, che più paglierino non si può, con lampi di perla.
Insomma una giornata di vento che sbatte sulla macchia, una di quelle giornate grigie,
piene di salmastro sui terrazzamenti, belle e di bolina, come solo certe giornate liguri sanno essere.
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