
Ci sono occasioni importanti in cui un vino che hai dimenticato nel tempo dentro un armadio va tirato fuori senza esitazione. Ed è quello che ho fatto con questo grande rosso di Galardi, una annata che da tempo non provavo, per berlo insieme ad alcuni cari amici durante una rimpatriata da Triglia ad Avellino.
Lo abbiamo aperto per primo perché dopo avevamo un paio di Taurasi e sappiamo l’Aglinico che carattere ha. Questo, invece, diluito con un venti per cento di Piedirosso, presenta tannini più morbidi e setosi.
Siamo però rimasti impressionati, ancora una volta, dalla capacità evolutiva di questo vino che nasce alle pendici del vulcano spentodi Roccamonfina. Capacità strabilianti che nei primi anni lo vede fruttato per poi mutare lentamente e diventare sempre più compesso.
Note di frutta ben matura, ma anche tabacco, carruba, caffé, funghi e sopra tutti il tone fumé. Una complessità che in bocca diventa grande bevibilità grazie al perfetto equilibrio tra le componenti, prime fra tutte le freschezza che detta i tempi.
Una grandissimo vino, dunque, che resta al top dei rossi in Campania.
Sede a Sessa Aurunca (Ce) – Frazione San Carlo
Tel e Fax 0823 708900
Enologo: Riccardo Cotarella
Ettari vitati: 10 – Bottiglie prodotte: 30,000 bordolesi, 811 magnum e 289 doppio magnum
Vitigni: aglianico e piedirosso
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