
In questo 2012 che ha visto qualche Fiano in difficoltà è davvero meravigliosa questa Coda di Volpe per la sua verve acida e minerale.
Mica, è un caso: Vadiaperti e Ocono sono stati i primi ad imbottigliarla in purezza ormai un quarto di secolo fa, c’è una storia e una conoscenza del vitigno dentro le crode di chi lo produce, così, semplicemente, in acciaio.
La becchiamo in un fondo di carta all’Acquolina a Roma, un abbinamento perfetto con l’incredibile batteria di tapas iniziali di Giulio Terrinoni e si abbina con ogni tipo di preparazioni: crudo, marinature, cotti.
Per chi conosce il vitigno non stupisc ecerto la longevità. Ma mentre le altre Coda di Volpe in genere evolvono offrendo ventagli fruttati con sottofondo di idrocarburi, questa parte diretta con la mineralità, un po’ come accade con il Fiano e il Greco di Raffaele Troisi.
Un vino certamente non facile, ma efficace.
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