Se il cartaceo ha avuto il ruolo di cassa di risonanza dei grandi marchi del vino, da circa dieci anni il 2.0 ci ha trascinato nel mito della piccola azienda. Facile da coltivare in un Paese come il nostro che ama la miniatura e guarda con diffidenza al gigantismo. Eppure nel vino, come in quasi tutti i campi dell’alimentare, i due aspetti sono i due volti della stessa medaglia.
Noi lo abbiamo sempre tenuto presente e per questo siamo talvolta finiti nel mirino del neopauperismo enologico. Ma poco importa. Anche perché in Irpinia delle 200 e passa aziende sono ben poche le piccole che hanno scelto la strada della specializzazione. Con la collaborazione di Riccardo Cotarella Antica Hirpinia, una delle azienda da cui aspettiamo la gamma completa, sta entrando nella sua terza vita. La prima come Enopolio, la seconda quella rinata tra gli anni ‘80 e ‘90,questa ha una bella veste grafica.
Abbiamo avuto il piacere di guidare la degustazione della nuova annata 2016 con Riccardo Cotarella e dobbiamo dire che siamo stato davvero impressionati. La prima Coda di Volpe si è presentata acida, fresca, pimpante. La Falanghina forse il bianco più matura, con i suoi sentori floreali, piacevoli e un ottimo tono al palato. Fiano di Avellino in via di evoluzione, bisognoso di tempo per manifestrsi al meglio, il Greco ruspante e ricco. Nella cantina ristrutturata immersa tra le viti e il panorama silente taurasino,abbiamo anche provato il rosato spumante e quello fermo e, infine i due rossi. Una gamma completa insomma, con la quale la cantina di riferimento del territorio gioca di nuovo le sue carte con uno staff e una direzione rinnovata. E dalla quale apprendiamo sicuramente una buona notizia: la 2016 sicuramente è annata da serbare con attenzione nei prossimi anni.
www.anticahirpinia.it
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