Vini Cantine Tora

Pubblicato in: Benevento
Vini Cantine Tora

di Enrico Malgi

Come di consueto, fiumi di vino hanno allietato le mie recenti feste di Natale e di Capodanno di tutte le tipologie e proveniente da tutta Italia. Nell’occasione è stato necessario, quindi, provvedere ad un’accurata selezione per poter premiare le bottiglie più meritevoli. Compito non certo facile il mio, perché la qualità rappresentata è stata davvero di notevole livello, ma purtroppo si impone assolutamente una scelta personale, altrimenti ci vorrebbero settimane per poter recensire tutti i vini assaggiati.

A parte le etichette prese in esame, che hanno già trovato spazio su questo blog, ecco qui un trittico che mi ha particolarmente impressionato: due bianchi ed un rosso dell’azienda sannita Cantine Tora di Torrecuso dei fratelli Francesco e Giampiero Rillo.

Falanghina del Sannio Taburno Doc 2021. Soltanto Falanghina maturata in acciaio e poi affinata in vetro per tre mesi. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 12,00 euro.

Alla vista si appalesa un nitido e lucente colore giallo paglierino appena striato di giovani riflessi verdolini. Caratteristico e propedeutico alla bisogna il sontuoso spettro aromatico, dal quale un naso segnatamente curioso e tempestivo si accolla l’onere di decifrarne compiutamente i doviziosi profumi. E così ne viene fuori un pot pourri che rimembra in successione la pesca bianca, l’albicocca, la mela, il melone bianco, il mandarino, la ginestra, il biancospino, le erbe aromatiche e frammenti speziati. In bocca penetra un sorso che fa della freschezza il suo cavallo di battaglia, accompagnato subito da percezioni palatali citrine, infiltranti, morbide, eleganti, aggraziate, leggiadre, raffinate, sapide, minerali e succose. Buona la serbevolezza. Affondo finale sicuramente appagante. Da preferire su un risotto ai frutti di mare e latticini del Sannio.

Cambioluna Falanghina Beneventano Igp 2015. Falanghina in purezza prodotta con pochi pezzi. Questa da me assaggiata porta il numero 578 di 880 bottiglie. Complessa e laboriosa la maturazione, che tra l’altro prevede la fermentazione in barriques di primo e secondo passaggio al termine della quale il vino rimane a contatto con le fecce fini per quattro mesi e che poi rimangono in sospensione tre volte al mese seguendo la fase lunare. Imbottigliamento effettuato con la luna calante e vino senza filtrazione. Ulteriore affinamento in barriques e poi elevazione in boccia. Tasso alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale orientativo di circa 45,00 euro.

Il risultato è quello di godere di un vino connotato da un colore giallo dorato e luccicante di gioia e caratterizzato da un esplicito bouquet intensamente costellato di eccellenti svolazzi di tanta buona frutta fresca ed in parte secca piccola, grande, territoriale e/o esotica. In appresso il naso riesce a captare umori di agrumi canditi, miele di acacia, fiori selvatici, spezie orientali e golose percezioni terziarie. Sorso secco, tagliente, voluminoso, delizioso, abbastanza glicerico, corposo, fine, sapido, bene strutturato e sublimato da un gusto molto arrotondato. Lieve, appena accennata ma tutto sommato piacevole la timida percezione di ossidazione che non disturba affatto. Legno ben digerito. Tensione palatale arricchita da ottime sfumature seducenti, corroboranti, solide e dinamiche. Non è stato ancora raggiunto lo zenit. Chiusura su toni espansivi e persistenti. Abbinamento molto versatile: su piatti di mare senza pomodoro certamente, ma anche su qualche preparazione più strutturata e da non disprezzare anche l’accostamento con la pasticceria secca.

In conclusione si tratta di una Falanghina molto singolare, fuori dai canonici schemi e frutto di una sperimentazione estrema per tirare fuori tutto il meglio possibile. Nell’occasione l’esito finale penso che sia stato molto confortante, perché così si è potuto dimostrare che questo vitigno possiede una potenzialità espressiva a lungo raggio.  Il vino, che si avvale di un’importante complessità gustativa legata al durevole affinamento sur lies, è talmente eclettico che si presta ad essere associato a vari piatti senza alcuna remora.

Aglianico del Taburno Docg 2017. Aglianico al 100%. Affinamento in acciaio e boccia. Tenore alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale di 15,00 euro.

Bicchiere tinto da un sontuoso colore rosso rubino sfavillante. Timbro olfattivo depositario di un talentuoso e multiforme caleidoscopio di fragranze, le quali subito attirano tutta l’attenzione di un naso collusivo e molto attento. Ne scaturisce quindi una complessa e variegata piattaforma odorosa di amarena, prugna, sottobosco, viola, geranio, macchia mediterranea e/o di spunti prettamente speziati. In bocca entra un sorso secco, avvolgente, centrato, calibrato, ottimamente modulato, sapido, minerale, morbido, armonico, equilibrato e scalpitante. Buona la spalla acida, così come l’eccellente trama tannica generosamente affusolata. Pregnanza gustativa solida, fine, intrigante, scattante, reattiva e dinamica. Longevità tutta da scoprire. Fraseggio finale edonistico e soddisfacente. Perfetto su un piatto di pasta al sugo di carne e formaggi sanniti semistagionati.

 

Azienda Agricola Tora

Località Tora II, 18 – Torrecuso (Bn)

Tel. 0824 872406 – Cell. 328 0274149

info@cantinetora.it – www.cantinetora.it

Ettari vitati: 11 – Vitigni: Aglianico, Falanghina, Coda di Volpe, Fiano e Greco.

 

16 gennaio 2022

di Enrico Malgi

L’areale della provincia di Benevento è famoso per la produzione di molteplici ed eccellenti vini affidandosi soprattutto a due varietà locali, l’Aglianico per i rossi e la Falanghina (quest’ultima vero punto di forza e di riferimento per tutta la vitienologia campana e nazionale) per i bianchi, risultando così il più vocato di tutta la Campania. Al suo interno i comuni di Castelvenere e di Torrecuso sono quelli che possono vantare un numero maggiore di aziende vitivinicole in rapporto agli abitanti e/o più ettari vitati.

Nel comune di Torrecuso, per esempio, insistono sul territorio una dozzina di imprese vinicole su una popolazione che supera appena i tremila abitanti. Una di queste è quella di Cantine Tora della famiglia Rillo dei fratelli Francesco e Giampiero, sorta nel 2001, che si è dedicata con vera passione e competenza alla produzione di ottime etichette, di cui ne ho appena assaggiate sei.

Cent’ore Falanghina Campania Igp 2019. Soltanto Falanghina maturata in acciaio e vetro per qualche mese. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale di 15,00 euro.

Nel bicchiere risalta un limpido ed attraente colore giallo paglierino. Composito e ben delineato lo spettro aromatico, che rievoca con dovizia di particolari gradevoli profumi fruttati, floreali e vegetali di buona sostanza olfattiva. Sorso subito fresco, secco, citrino, elegante, ammaliante e setoso, che riesce ad incontrare senz’altro il favore delle papille gustative, tanto che la percezione palatale risulta bella morbida, succosa, dinamica ed ottimamente modulata. Scatto finale decisamente appagante. Da preferire su un bel piatto di spaghetti a vongole e frittura di pesce.

Kissòs Falanghina del Sannio Doc 2016. Falanghina in purezza raccolta tardivamente. Maturazione in acciaio ed affinamento in bottiglia per due anni. Tenore alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale di 18,00 euro. Vino prodotto soltanto in annate particolarmente favorevoli.

Luccicante di gioia il riverbero di un giallo dorato che fa capolino nel bicchiere. Naso subito allertato da sensitivi afflati di agrumi, banana, ananas, pesca, albicocca, mela, pera, mandorla, cantalupo, ginestra, mimosa e macchia mediterranea. Sottofondo leggermente sulfureo. Approccio palatale delizioso, tagliente, morbido, sospiroso, elegante, sapido e guizzante. Tattilità corroborante, equilibrata, seducente e raffinata, che alimenta una beva davvero straordinaria per volume ed intensità. Ottima serbevolezza. Chiusura ben ritmata, solida e persistente. Da provare su un risotto ai funghi porcini e carne bianca, ma il vino è in grado di reggere anche piatti più strutturati.

Coda di Volpe Sannio Doc 2020. Coda di Volpe al 100% lavorata in acciaio e boccia. Alcolicità di dodici gradi. Prezzo finale intorno ai 10,00 euro.

Alla vista di appalesa un coreografico colore giallo paglierino attraversato da lampi verdolini. Bouquet giocosamente affastellato da sentori fruttati di pesca bianca, mela cotogna, mandarino e mela, agganciati poi a costumati profumi di camomilla, erbe aromatiche e/o anche ad umori di languide parvenze cenerine. In bocca penetra un sorso scorrevole, secco, pulito, essenziale, accomodante, gentile e sostanzioso. Acidità non troppo elevata. Cotè bene equilibrato, armonico, sapido e vezzosamente ricamato. Tratto finale magnificamente tratteggiato. Da spendere su un piatto di formaggi freschi e verdure scottate.

Aglianico del Taburno Rosato Docg. Soltanto Aglianico maturato in acciaio e vetro. Gradazione alcolica di dodici e mezzo. Prezzo finale di 12,00 euro.

Bel cromatismo rosato salmonato. Naso birichino che si tuffa nel bicchiere per annusare variegate e complesse impuntature aromatiche di ciliegia, fragola, melagrana, bergamotto, mimosa, ginestra, rabarbaro e mirto. Sorso intrigante, sollecito, fresco, carezzevole, affascinante e delizioso, per un disegno gustativo davvero aggraziato, leggiadro, fine, arioso ed ammaliante. Percezioni tattili anche voluttuose, seducenti e stuzzicanti. Retroaroma godurioso. Perfetto per accompagnare una zuppa di pesce ed un tagliere di pregiati salumi sanniti.

Aglianico del Taburno Rosso Docg 2016. Aglianico in purezza maturato in acciaio e vetro. Tasso alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale di 14,00 euro.

Nel bicchiere serpeggia un colore rosso rubino sfavillante. Dall’ampio e poliedrico crogiolo si sprigionano rotondi profumi di tanta buona frutta fresca, che fanno da apripista ad esuberanti connotazioni odorose di fiori rossi e vegetali della campagna sannita. Minuzie speziate fanno poi da corollario a tutto il registro olfattivo. Attacco in bocca solido, polposo, teso e sapido. Trama tannica affusolata e permissiva, seguita da una centralità di un sorso che spara tutte le sue cartucce con nonchalance, che si traducono in un gusto profondo, pieno, strutturato e perfettamente in equilibrio. Buona serbevolezza. Allungo finale lungo ed appagante. Da accompagnare pasta al sugo di carne e formaggi semistagionati.

Spartiviento Aglianico del Taburno Riserva Docg 2014. Soltanto Aglianico raccolto nella prima decade di novembre. Maturazione per sei mesi in acciaio ed un anno in barriques. Affinamento in vetro per ulteriori dodici mesi. Gradazione alcolica di quattordici e mezzo. Prezzo finale di 25,00 euro.

Alla vista si presenta un fulgido colore rosso impenetrabile. Percezione olfattiva di grande presa, per la gioia di un naso che può fiutare così eterei e variegati profumi di amarena, prugna, ribes, mirtilli, rosa appassita, spezie orientali e consistenti effluvi terziari. Timbro terroso. Bocca ampia, accogliente e propositiva, che è depositaria di infinite ed intense percezioni gustative che si materializzano in sensazioni di carnosità, opulenza, austerità, potenza, complessità, finezza e scalpitante energia. Bonus di calore. Tannini talentuosi e piacevoli. Espansione palatale ben ritmata, infiltrante, fresca, morbida, intrigante, raffinata, scattante, balsamica, reattiva e rotonda. Longevità a lunga scadenza. Finale persiste ed epicureo. Da provare su carni alla brace e formaggi stagionati.

Davvero un’ottima batteria di vini territoriali, che vanno ad arricchire l’ampia ed eccellente proposta vitivinicola di un areale così fortunato come quello sannita.

 

Azienda Agricola Tora

Località Tora II, 18 – Torrecuso (Bn)

Tel. 0824 872406 – Cell. 328 0274149

info@cantinetora.itwww.cantinetora.it

Ettari vitati: 11 – Vitigni: Aglianico, Falanghina, Coda di Volpe, Fiano e Greco.

 


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