Visita a Torgiano: il Museo del vino e il paesaggio umbro

Pubblicato in: Città e paesi da mangiare e bere
Museo del vino - Torgiano

Torgiano è un fuoriporta perugino famoso per avere il migliore museo del vino in Italia, per il New York Times, il più bello del mondo. Venti sale con oltre 2800 reperti di ogni genere, dai resti funerari etruschi ai vasi greci e romani, una incredibile collezione di ceramiche che raccontano il vino, il suo commercio, il modo di berlo nel corso dei quasi quattromila anni.

E poi un torchio gigante rimasto in funzione sino all’inizio degli anni ‘70, le testimonianze degli artigiani dell’indotto, dai bottai ai cestisti, sino ad opere d’arte di disegni (Picasso, Cocteau), sculture, incisioni.

E ancora raccolte di antichi libri e trattati di enologia e medicina. Già, perché il vino era abitudine quotidiana, ma anche cosmesi, liturgia religiosa, rimedio a sostegno della salute umana.

Il museo (www.muvit.it) è di per se una buona ragione per visitare questo paesino di 6500 anime: creato nel 1974, è ospitato nel seicentesco palazzo Graziani-Baglioni in pieno centro. L’ideazione e la realizzazione del Museo del Vino sono state di Maria Grazia Marchetti, storica dell’arte, moglie di Giorgio Lungarotti, uno dei protagonisti della rivoluzione enologica del Belpaese la cui azienda, oggi gestita dalla figlia Chiara dopo la sua scomparsa nel 1999, vanta oltre duecento ettari di proprietà. L’incredibile museo è gestito dalla Fondazione Lungarotti presieduta dall’altra figlia Teresa insieme al più recente Museo dell’olivo e dell’olio. Tra la cantina e i due musei, insomma, Torgiano è diventato un forte attrattore dell’enoturismo, non a caso Chiara è stata anche presidente nazionale del Movimento Turismo del Vino.

Museo del vino – TorgianoIncredibile la ricca collezione di incisioni e di disegni a tema, circa 600 opere tra le quali compaiono incisioni di Mantegna, Carracci, Guttuso e Picasso. Dopo una sala dedicata agli ex libris in argomento, la visita si conclude con l’esposizione di edizioni pregiate opere di narrativa e trattatistica sul vino e di almanacchi italiana e francese.
La visita del Museo fa comprendere bene come tutta la storia della civiltà mediterranea sia legata alla produzione di vino e come questa fantastica bevanda abbia ispirato, da Ipponatte ad oggi, centinaia di artisti e poeti. La sensazione di stare nel cuore della nostra cultura è talmente forte che alla uscita non possiamo fare a meno di paragonare i predicatori da social in cerca di clic parlando male del vino ai talebani che hanno distrutto i Buddha giganti o ai copti che eliminarono i geroglifici degli antichi egizi dai monumenti. Il fanatismo porta sempre a colpire le basi culturali della società e questo nuovo medioevo in cui il sapere nasce la mattina e tramonta la sera dopo una giornata passata a scrollare ci prepara alla dittatura degli ignoranti e degli incompetenti.

In attesa che queste previsioni apocalittiche si avverino, vi consigliamo una visita alle cantine Lungarotti, tra le prima ad essere pensate per l’accoglienza. Da mangiare potete andare nella frazione Brufa dai fratelli Valloni che hanno aperto un bistro moderno che presenta la tradizione del territorio in modo elegante ma sostanzioso. Il Borgobrufa resort per chi cerca tutti i comfort con una Spa da sogno e la cucina gourmet di Andrea Impero è sicuramente un altro riferimento.

In alternativa, tanti agriturismi nel territorio a prezzi accessibili e ben curati, segnaliamo Poggio alle Volpi dell’azienda Lungarotti.
In un momento in cui i piccoli paesi vedono i giovani fuggire, Torgiano, come Bolgheri del resto, è invece un attrattore, un modello alternativo che non nasce dalle fantasie bucliche di qualche romantico, ma dalla qualità della vita e la possibilità di fare reddito con un’agricoltura sostenibile e prodotti di qualità. Ecco perché vale una visita, in tutte le stagioni.


Dai un'occhiata anche a: