
di Luca Matarazzo
Oggi si gioca in campo neutro parlando di Piemonte ed in particolare di Barolo e Alta Langa con cantine Vite Colte.
Al Grand Hotel Parker’s di Napoli il passato, il presente e il futuro si incrociano in un momento di grande attesa per il settore vitivinicolo.
La tematica dei dazi e delle esigenze commerciali, così come il riposizionamento del segmento giovani consumatori e le nuove tendenze del canale Ho.Re.Ca. tengono in fermento produttori e operatori del settore.
Il presidente di Vite Colte, Piero Quadrumolo, commenta a caldo: <<L’Alta Langa ha ottime prospettive. È un momento “frizzante” per l’areale e il quantitativo è ancora modesto rispetto alle vere potenzialità. Attualmente siamo a pieno regime, 3 circa tre milioni di bottiglie nell’intero comparto produttivo, ma dobbiamo puntare a crescere, per fronteggiare la globalizzazione. Iniziare con i piedi per terra è stato comunque il sintomo di una scelta di qualità fin da subito>>.
Ed infatti il progetto della cooperativa Vite Colte per Alta Langa è stato quello di scegliere solo i vigneti dei soci oltre una determinata quota altimetrica. Fasce comprese tra i 500 ed i 600 metri sul livello del mare per 180 soci e 300 ettari totali coltivati, che testimoniano la frammentazione dei poderi tradizione per il Piemonte.
Suoli del cuneese a cavallo tra la valle del Tanaro e del Belbo; similitudini con Barolo per la presenza del calcare e di minor componente sabbiosa, l’ideale per esaltare al meglio le verticalità dei vini. Inoltre la sosta minima di 30 mesi prevista per disciplinare – di lunga maggiore nel confronto agli altri competitor e il pagamento delle uve ad ettaro e non a quintale,per un conforto economico a chi lavora nei campi, sono ulteriori punti fermi nel distretto spumantistico di queste terre.
La degustazione di Alta Langa “Cinquecento”
Perlage fine per la 2022: buona la verve dello Chardonnay che mantiene la sua cremosità all’assaggio. Finale tra frutta disidratata con spinte verso erbe officinali e biancospino, firme indelebili del Pinot Nero. La 2021 declina invece su scie tropicali tra ananas e mango maturo e chiosa iodata marina molto intensa. Più timida ed evoluta la 2020, complice un’annata fresca e la conseguente mancanza di centro bocca nel vino. Tostature e polpa gialla condite da scorze d’agrumi per la viva 2019, appetitosa dall’inizio alla fine. Tutti i campioni prevedono un blend di 80% Pinot Nero e 20% Chardonnay ed uguale sosta sui lieviti.
<Il Barolo vive un momento di flessione. Bellissima vendemmia, ma i dazi introdotti dagli Stati Uniti hanno spaventato il mercato – prosegue Quadrumolo – Un problema immediato da risolvere, che si riversa poi nel lungo periodo. Bisogna captare il gusto delle nuove leve e del cambio di stili di vita>>.
La linea “Essenze” del Barolo è nata per valorizzare alcune menzioni geografiche aggiuntive della Docg piemontese per eccellenza. Sui 50 ettari complessivi il cerchio si restringe ad appena 7 per i comuni di Barolo, Serralunga d’Alba e Monforte. Potrebbero essere riassunti, rispettivamente, come eleganza, potenza ed austerità.
La verticale di Barolo sottozona Barolo
La 2021 dimostra il suo calore non ben equilibrato dalla trama tannica ancora ricca di note vegetali. In prospettiva può far parlare di sé, ma per adesso deve attendere ai blocchi di partenza. La 2020 è compiuta, ben delineata senza pomposità di frutta sotto spirito. Entra in punta di piedi e si dipana su viola macerata e spezie dolci. Perfetta la 2019, agrumata e iodata con un tocco salmastro accattivante. Chiude agile, richiama il sorso ed i tannini setosi contribuiscono al piacere di beva. Vintage in chiaroscuro la 2017, partita con tanti preconcetti dalla critica e rivelatasi interessante a boce ferme. Manca solo la distensione del sorso, ma il mix tra bosco e spezie tostate stuzzica l’idea gastronomica. Fine corsa con la 2016 a due fasi: naso fresco e acerbo, sorso potente e austero. Chi ha parlato di annata del secolo a suo tempo è stato un facile (e pessimo) profeta, indice che le scommesse teoriche in questo campo lasciano il passo alla pratica e allo scorrere inesorabile delle lancette.
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