Vittorio Moscogiuri di Produttori di Manduria: “i vini rossi si riprenderanno”

Pubblicato in: Curiosità

di Katia Perrone

Longeva, equilibrata, ricca, quasi perfetta. La vendemmia 2025 è un’annata straordinaria. Anzi, si preannuncia memorabile. Un’annata d’oro. Ormai archiviate tra i ricordi meno felici quelle del 2023 e 2024, la vendemmia del Primitivo di quest’anno sarà una stagione da ricordare, per aver registrato un aumento considerevole della produzione di uve di qualità eccellente, complice anche il clima e le temperature registrate per buona parte dell’anno, e con un aumento significativo rispetto allo scorso anno, andando ben oltre la media nazionale. Grande soddisfazione quindi da parte dei vignaioli, che trova d’accordo anche Vittorio Moscogiuri, direttore generale della storica cooperativa Produttori di Manduria fondata nel 1932, che di viticoltori conferitori ne conta 300, che coltivano oltre 700 ettari di vigneti. Una realtà virtuosa del territorio pugliese. <<Un’ottima vendemmia, dalle qualità e quantità eccellenti – conferma Moscogiuri – siamo infatti un po’ sopra la media come conferimento che possiamo attestare tra l’8 e il 10 per cento in più rispetto a quella che è la media regionale e nazionale. In verità anche superiore al 10% se consideriamo il conferimento scarso dello scorso anno a causa della siccità>>.

Qualità e quantità eccellenti che sono dovute a cosa?

Una qualità eccellente dovuta soprattutto ad una buona maturazione, per effetto di una primavera e di un’estate segnate da un clima particolarmente favorevole, da un’assenza di attacchi da agenti patogeni esterni durante il periodo di maturazione delle uve che non ha reso necessari particolari lavori nei vigneti. Anche la quantità prodotta ha premiato il lavoro dei viticoltori, tutti estremamente soddisfatti>>.

Facendo un’analisi della fine della vendemmia, vi preoccupa l’aumento di produzione e delle giacenze?

No, quello è solo un ricordo della vendemmia 2022, le successive vendemmi 2023 e 2024 sono state piuttosto scarse. La prima a causa dell’aggressione della peronospora e la seconda a causa dell’assenza di piogge durante l’autunno e la primavera, con una riduzione quindi della quantità di uva, e questo ha portato ad assottigliare le giacenze ed ora siamo ormai nella normalità.

Se da un lato la produzione della vendemmia 2025 ha registrato un aumento netto delle quantità, dall’altro a registrare un netto calo sono invece le vendite del Primitivo, soprattutto nel mercato italiano. Come lo state affrontando?

Effettivamente abbiamo notato un piccolo rallentamento per quanto riguarda il mercato italiano, e c’è un po’ di fatica e un po’ di ansia, però con una percentuale ancora maggiore è aumentato l’export in generale.

In quali mercati?

Abbiamo notato un piccolo miglioramento con la Germania, e soprattutto un grande miglioramento con gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Per noi sicuramente è un anno positivo, perché i mercati esteri stanno ancora rispondendo bene, nonostante tutto.

Quindi, nonostante anche il problema dei dazi? Alla fine è stato un piccolo spauracchio, fino ad ora. Siamo passati da un 10% dei dazi che è stato stabilizzato al 15%. Quel 5% il nostro importatore è riuscito ad assorbirlo senza nessun problema. In un primo momento ci è stato chiesto di dare una mano applicando magari una maggiore scontistica, ma quando la situazione si è stabilizzata non ce n’è stato bisogno perché quei 5 punti percentuali in più è riuscito ad assorbirli con il mercato americano, e lo vediamo anche dagli ordini e che stiamo registrando e dalle spedizioni che stanno partendo.

Il calo delle vendite, se pensiamo soprattutto ai vini rossi, è legato anche ai gusti dei consumatori che stanno cambiando perché ai primi, da qualche tempo ormai, prediligono i bianchi e i rosati. Partendo proprio da questo, come immagina il futuro del Primitivo?

Non posso fare grandi previsioni, non ho la sfera di cristallo ma ho l’esperienza, e quanto sta accadendo negli ultimi anni l’ho già visto e vissuto. Indubbiamente è un momento particolare per i vini rossi, ma noi con il Primitivo, è vero, non miglioriamo le performance quantitative di vendita ma sicuramente teniamo il passo. Notiamo però un miglioramento delle performance quantitative di vendita dei bianchi, con una Verdeca e un Fiano, ed un rosato di Primitivo che è anche questo un prodotto eccellente che continua ad andare bene, e tutti e tre ci danno grandi soddisfazioni. Forse ci sarà uno stallo per un po’ di tempo poi però sono sicuro che i rossi si risolleveranno.


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