Walter de Battè, Natale Simonetta, Massimo Viglietti: l’anticonformismo è in tavola

Pubblicato in: Personaggi

il termine conformismo indica una tendenza a conformarsi a opinioni, usi e comportamenti già definiti in precedenza e politicamente o socialmente prevalenti.
In ambito sociale si definisce conformista colui che, ignorando o sacrificando la propria libera espressione soggettiva, si adegua e si adatta nel comportamento complessivo, sia di idee e di aspetto che di regole, alla forma espressa dalla maggioranza o dal gruppo di cui è parte.
Questi tre qui sopra, questi tre con questo termine non ci azzeccano per niente.

Quello che bevi e quello che mangi pensato e messo in pratica da questi tre non ha molto a che vedere con quanto sia inteso come normale dagli altri.
Il bello è però che per loro è questa la normalità. Una normalità anomala cercata e trovata senza fatica, senza sofferenza, quasi una conseguenza logica secondo loro. Praticamente per inerzia mentale. Diversamente non saprebbero fare, sarebbe una forzatura mentale fare diversamente, sarebbe fare come gli altri, sarebbe come entrare nel facilmente spiegabile. Ma non lo fanno per fare i diversi a tutti i costi, me ne sarei accorto . Il fascino della scoperta cercata attraverso la storia e la cultura, la musica, la filosofia, l’attaccamento al proprio territorio e alle tradizioni. Tradizioni non intese come “si è fatto sempre così e così sempre si farà” , tradizione intesa come conoscenza delle basi su cui si è cresciuti, e da quel punto zero costruire la propria storia.
Diversamente perché pensare di fare il brodo in una caffettiera, perché spumantizzare un nebbiolo, perché continuare a litigare tutto l’anno con i cinghiali per fare millecinquento bottiglie di vino ruvido come il pelo di quelle bestie ?

Ci vuole una bella testa direbbe qualcuno, e una bella testa infatti ci vuole. Come fa se no a venirti in mente un ice wine metodo classico, una prugna farcita con il fegato d’oca in salsa di Porto o un uvaggio di quattro vitigni bianchi a Pontremoli

Con questi tre non ti annoi, stai tranquillo, anche presi singolarmente, uno con la filosofia e la pratica, l’altro con le bollicine che gli hanno pervaso anche il cervello, il terzo che il tabacco invece di fumarlo lo usa per fare il sugo per i ravioli e poi chiede a me cosa mi sono fumato per scrivere il pezzo del Krug. Hai capito, è chiaro che la normalità degli altri è come il gusto degli altri, sembra sempre strano se osservi con superficialità.


Gente che muove la mani in parallelo al cervello, 18 ore al giorno, o come dice poeticamente Natale, da “Stella a Stella” , magari riducendosi la sera come un cristo alla colonna, senza mollare, sempre sul pezzo, tutti i giorni, tutto l’anno, una dipendenza ormai, per poi vivere e fare vini e piatti border-line, ai confini della realtà.

Io ci sto bene con gli strani, però uno per volta per carità, perché tutti insieme potrei anche non farcela, meno male che c’era il Cauzzi, uno che passa per essere un moderato , pacato mediatore, ma anche lui a guardare bene non è da meno di questi, riesce contemporaneamente a fare il Presidente / Amministratore Delegato / Consigliere / Redattore capo / Impiegato e Padre Pio di Passione Gourmet ! Non i calli da tastiera, le stigmate da tastiera avrà.

Tutto insieme, tutti insieme,  altro che fare un brodo con la caffettiera o mettere le bolle nel nebbiolo o sciogliere il sangue di San Gennaro . Ehi! Quattro son tanti , veramente troppo, ragazzi non ce la faccio, mi prendo dietro il cd Raindogs di Tom Waits, uno normale finalmente , e vado a farmi due Martini al bar. Grazie di tutto.

Indirizzi utili:

http://www.ilpalma.com/

http://www.cascinabaricchi.com/Azienda.htm

http://www.lavinium.com/personaggi/franceschini_de_batte_2009.shtml


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