di Francesco Selicato
In un mondo in cui tutto invecchia in fretta — ciò che scopri oggi, domani è già superato — esiste ancora qualcosa capace di toccare le corde più profonde e parlare direttamente alla pancia.
È proprio di questo che vogliamo raccontarvi oggi, un locale che ha fatto centro puntando sulla tradizione, ma non come semplice cliché. Qui, la tradizione è un valore genuino, un’ancora emotiva che affonda nel passato e risveglia la nostalgia più vera.
Siamo in Puglia, a Monopoli, dove sembra estate tutto l’anno. E tra i vicoli bianchi del centro storico, è impossibile non notare Radici Dispensa di Sapori.
Già dall’esterno l’atmosfera ti cattura, promette un viaggio nei ricordi, quelli di una casa di campagna d’altri tempi. Sullo sfondo dei tavoli e delle sedie spicca una vera Fiat 500, non solo oggetto scenografico, ma anima stessa del locale.
Dentro, l’esperienza continua con lo stesso fil rouge, la Puglia verace dei tempi belli. Ogni dettaglio è studiato, nulla è lasciato al caso. E dietro un locale così curato non poteva che esserci una storia affascinante, da raccontare e assaporare.
Radici nasce infatti in una vecchia stalla, dove un tempo la nobile famiglia Magno — quella del palazzo adiacente, oggi sotto tutela della Sovrintendenza — parcheggiava i cavalli prima di entrare.
Sarà suggestione, sarà la magia dell’ambiente, ma sedersi a tavola su antichi tavoli da lavoro o vecchie madie anni Sessanta — gli stessi usati dalle nonne per fare la pasta — fa crescere l’attesa, e viene subito voglia di leggere il menu, piatto dopo piatto.
Ma veniamo a quello che abbiamo mangiato.
Ad aprire le danze, le polpette di nonna Maria, pane al sugo con la scarpetta praticamente obbligatoria. Un piatto povero, certo, ma ricco di fascino. Un antipasto perfetto.
Poi, sempre in tema di antipasti, quello che ha davvero emozionato è stata la cialledda di nonno Michele, un piatto fresco, ormai sempre più raro da trovare nei menu. Barattieri, pomodori, cipolla fresca e tozzi di pane duro che, con un filo d’olio e un pizzico di sale, diventano un pasto degno di una tavola nobile.
A seguire, da buoni commensali in un paese di mare, non poteva mancare un bel piatto di cavatelli con i frutti di mare. Un primo onesto e sincero, senza fronzoli, profuma di domenica, di casa in campagna, di ricordi salmastri.
Il titolo ideale? “Il mare in campagna”. E direi che basta questo.
Ma dove il tempo sembra essersi fermato, ancora una volta, è con le brasciole al sugo, involtini di carne cotti a lungo, annegati in un sugo che merita pane tostato e dita sporche. Un piatto che parla di pazienza.
È stato un pranzo diverso dal solito, e vale la pena sottolinearlo, in una zona turistica, scegliere un menu povero ma autentico è una scelta coraggiosa. E fa la differenza.
Non serve andare lontano per trovare l’idea giusta di ristorante, a volte basta guardarsi intorno e riconoscere le proprie radici.
Ed è proprio questo che hanno fatto qui, a Radici, hanno raccontato una storia di famiglia, e continuano a farlo ogni giorno, anche attraverso il menu.
Curiosità interessante, la cucina è sempre aperta, a tutte le ore.
E il conto? A voler essere precisi, forse leggermente sopra la media. Le polpette di nonna Maria 10€ (7 pezzi), la cialledda di nonno Michele 10€, i cavatelli con frutti di mare 16€, e altrettanto per le braciole al sugo (3 pezzi).
Totale: 59€, diviso in due, con acqua naturale.
Ma il valore aggiunto di questo pranzo è che esci con la voglia di raccontarlo agli amici. Perché oggi, l’esperienza e la storia valgono più di tante altre cose.
Ah, e per i più nostalgici, a fine pasto c’è la possibilità di giocare con un vero flipper anni Settanta, modello Card King, perfettamente funzionante, piazzato proprio all’ingresso. E lì capisci che ogni dettaglio, anche il più giocoso, ha il suo perché.
Aperto dalle 12:00 alle 23:00
Chiuso il mercoledì
Via Magno 20, Monopoli
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