Anteprima Sagrantino: la metamorfosi in atto

Pubblicato in: Eventi da raccontare
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di Antonio Di Spirito

Dopo otto giorni di sangiovese di Toscana, mi sono trasferito in Umbria per partecipare all’Anteprima del Sagrantino 2015 e defaticare il mio palato, già abbastanza provato dal tannino.

Nell’immaginario collettivo il sagrantino rappresenta la massima espressione del tannino; e allora, beviamo sagrantino per mantenerci giovani!

I numeri che abbiamo a disposizione parlano chiaro: negli anni ’80 la superficie vitata a sagrantino ed iscritta a DOC si aggirava sui 60 ettari; nel 2018 è stata superata quota 760 ettari; i produttori imbottigliatori sono passati da 15 a 60. Attualmente vengono prodotte ogni anno oltre un milione e mezzo di bottiglie di Sagrantino.

L’aspetto più impressionante, però, è il salto di qualità di questo vino iniziato, peraltro, da un paio d’anni. Il Sagrantino non è un vino “di tutti i giorni”; è un vino che va consumato in occasioni particolari e con cibi piuttosto consistenti e succulenti; solo cinque o sei anni fa avevano un corpo imponente ed un tannino poderoso; oggi, invece, stiamo assistendo ad una metamorfosi di questo vino; si avvertono gli sforzi, soprattutto per alcuni produttori, nel ricercare l’eleganza del sorso attraverso la “domesticazione” del tannino, con tonalità più distese e meno impattanti.

Insomma, si ha la sensazione di un tannino morbido e setoso all’ingresso in bocca, anche se poi si appalesa in tutta la sua potenza; a quel punto, però, sopraggiungono succosità e speziatura per “arrotondare” il sorso fino alla chiusura. Evviva!

Nulla di nuovo, invece, per il supercollaudato Passito: sempre buonissimo, anche se, troppo spesso, è relegato all’abbinamento a dolci strutturati e “cioccolatosi”; buonissimo, invece, con formaggi stagionati e/o piccanti.

Nel consueto Convegno dell’Anteprima sul Sagrantino, svoltosi nel bellissimo Complesso Museale San Francesco, il Presidente del Consorzio, Filippo Antonelli, ha ricordato alcuni aspetti importanti:

Ora non resta che capire meglio il territorio, alla luce anche della “Carta dei Vigneti di Montefalco” elaborata da Alessandro Masnaghetti, e farne crescere i vini, senza intaccarne la longevità.

Molto più tecnico l’intervento dell’enologo Luca D’Attoma, il quale ha ribadito che il miglioramento del Sagrantino è dovuto:

Quest’ultimi non sempre maturano in sincronia con gli altri elementi dell’uva, tanto che alcuni produttori li separano già in fase di fermentazione e prima della macerazione.

Nella splendida Sala Consiliare del Comune di Montefalco abbiamo degustato 45 Montefalco Sagrantino DOCG 2015 e 10 Montefalco Sagrantino Passito DOCG 2015

Vi elenco i miei migliori assaggi, ordinati per fascia e secondo il servizio:

MONTEFALCO SAGRANTINO DOCG 2015

FATTORIA COLLE ALLODOLE – MILZIADE ANTANO

LA VENERANDA

 

ARNALDO CAPRAI – 25 Anni

ADANTI

ANTONELLI

TENUTA ROCCA DI FABBRI

PERTICAIA

 

LUNGAROTTI

DI FILIPPO – Etnico

MONTIONI

ROMANELLI

SCACCIADIAVOLI

 

LE CIMATE

TABARRINI – Colle alle Macchie

TENUTA BELLAFONTE

TENUTA COLFALCO

PARDI

TUDERNUM

 

BOCALE

VALDANGIUS

FATTORIA COLSANTO

 

MONTEFALCO SAGRANTINO PASSITO DOCG 2015

VALDANGIUS – Angelina

DIONIGI

 

 

TENUTE LUNELLI – CASTELBUONO

PARDI

 

Le giornate precedenti:

Le Anteprime di Toscana – Prima Giornata: PrimAnteprima

Le Anteprime di Toscana – Seconda Giornata: Chianti Lovers

Le Anteprime di Toscana – Terza Giornata: Chianti Classico Collection

Le Anteprime di Toscana – Quarta Giornata: Chianti Classico Collection

Le Anteprime di Toscana – Quinta Giornata: San Gimignano

Le Anteprime di Toscana – Sesta Giornata: Il Vino Nobile di Montepulciano

Le Anteprime di Toscana – Settima Giornata: Il Brunello di Montalcino

Le Anteprime di Toscana – Ottava Giornata: Il Brunello di Montalcino Riserva ed il Rosso di Montalcino

 


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