
di Enrico Malgi
Dopo la Falanghina, recentemente recensita, non poteva certamente mancare il Piedirosso nell’idea di coltivazione dei vitigni autoctoni campani da parte della Tenuta La Jala di Vico Equense. Cinque gli ettari di proprietà della famiglia Savarese, posizionati su un terreno calcareo e vulcanico che guarda il golfo di Castellammare di Stabia e su cui si allevano viti ed olivi. L’enologo è Vincenzo Mercurio.
La bottiglia assaggiata è denominata Baldassarre Campania Piedirosso Igp 2016. Piedirosso preminente all’85% e saldo di aglianico, il classico blend campano, ma stavolta capovolto. Uve raccolte a metà ottobre. Fermentazione e maturazione del vino in serbatoi di acciaio per circa dieci mesi e poi successiva elevazione in vetro. Gradazione alcolica di tredici gradi e mezzo. Prezzo finale intorno ai 10,00 euro.
Colore rosso ciliegioso, con lampi violacei ai bordi. Al naso delicati profumi eterogenei di amarena, di viola, di geranio e di macchia mediterranea. In bocca entra un sorso scorrevole, immediato, gentile e sottile. E poi è anche sapido, fresco, morbido e senza punture allappanti, nonostante la percentuale dell’aglianico cerchi di sostenere la beva con una carica più strutturata. Palato secco, centrato, vivace, equilibrato, vibrante e dal carattere leggermente sauvage. Un vino “bevibile”, non pretenzioso, discreto, quasi schivo, perché non vuole apparire più di tanto, ma comunque connotato sempre da una sua precisa identità, che lo rende estremamente interessante, senza pensare tanto a quello che si diceva una volta: “il piedirosso è una sorta di pinot nero in pectore”. Mah! Retroaroma pregevole e pervasivo. Da servire leggermente fresco. Compagno ideale di una bella pizza margherita, di una parmigiana di melanzane e di un bel piatto di pesce in guazzetto.
Tenuta La Jala
Vico Equense (Na) – Via Luigi Serio, 5 – www.lajala.it
Enologo: Vincenzo Mercurio
Ettari di proprietà: 5
Vitigni: aglianico, piedirosso, falanghina e uva di sabato
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