Barolo docg 2014 “Master” | Il progetto di Andrea Moscariello per divulgare i vini importanti

Pubblicato in: I vini da non perdere
Barolo docg 2014 Master selezione Andrea Moscariello

di Novella Talamo

Il vino, come il cibo, ha spesso radici ben piantate nella memoria, può raccontare una storia, può legarsi al ricordo di una persona o di un evento importante della propria vita. Ed è proprio questo il legame che unisce il Barolo al sommelier ebolitano Andrea Moscariello che con passione compie un’opera di divulgazione, soprattutto tra i giovani, del degustare con consapevolezza e col desiderio di conoscere qualche pezzetto del vasto e affascinante mondo del vino. Una passione nata dodici anni fa grazie al padre, poi prematuramente scomparso, con cui cominciò il percorso di formazione con l’AIS. Fu quest’evento doloroso a dargli l’impulso per fare del vino una professione e così è stato.

Tante le attività di Andrea in questi anni, l’ultimo progetto in ordine temporale è quello che lo vede impegnato in una selezione personale di vini importanti da proporre al grande pubblico. E per questa iniziativa, quindi, non poteva non partire proprio dal suo amato Barolo piemontese, il vino che senza dubbio verserebbe se potesse trascorrere un’altra serata con il papà.

Definito “re dei vini e vino dei re”, questo è ottenuto dalle uve Nebbiolo in purezza in undici comuni delle Langhe, su un’area di circa 1700 ettari, in un territorio con caratteristiche pedoclimatiche particolari e su colline con una varietà di suoli importante tanto che ogni annata e ogni bottiglia hanno una identità unica.

Per il progetto “Master” Andrea ha selezionato l’annata 2014 del Barolo prodotto da La Biòca di Serralunga d’Alba, un vino che, grazie alla sua maggiore facilità di beva rispetto alla tipologia classica, può dare la possibilità a più persone di conoscerlo, degustarlo e apprezzarlo. Insomma, un Barolo un po’ meno austero di quello che solitamente ci si aspetta ma che rispetta la sua intrinseca essenza.

Noi abbiamo stappato la bottiglia n. 74 di 300 complessive, tutte numerate a mano. Nel calice si presenta di un bel rosso rubino intenso con una piacevole riflessione di colore; si muove consistente nel bicchiere, corposo, e al naso presenta una buona intensità di frutti rossi, come ciliegie e marasche, seguita da note più dolci che quasi riportano alla mente il loro assemblaggio in confettura. Al gusto emergono frutta sotto spirito e caffè e tannini ben presenti ma addomesticati con mano sicura. Discreta la persistenza. Si prevede una buona evoluzione nel tempo.

Noi lo abbiamo degustato abbinandolo a delle conchiglie rigate con ragù di bufala al Barolo e il suo caciocavallo, un piatto strutturato che ben regge il corpo del vino, quasi a suggellare un incontro ideale tra due regioni entrambe scrigni di tesori enogastronomici,  il Piemonte e la Campania, grazie a un primo piatto ottenuto con la carne di un animale che a ben ragione può essere definito la regina della Piana del Sele.


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