Anche i bianchi di Salerno possono invecchiare? Questa è stata la domanda che ci siamo posti quando abbiamo pensato ad una degustazione che uscisse un po’ fuori dall’ordinario per la manifestazione In Vino Civitas organizzata nella spettacolare stazione marittima di Salerno disegnata dall’architetto Zaha Hadid.
La degustazione, condotta con Nevio Toti, delegato dell’Ais Salerno, ha confermato quello che vveamo già avutomodo di verificare con molti bianchi invecchiati di Salerno.
Ecco nel dettaglio come è andatata.
Valmezzana 2013 Cilento dop
Albamarina
Le vigne di questa nuova azienda cilentana sono a Futani, a mezza collina, e godono dei venti del Gelbison come del mare di Palinuro. Il Fiano, lavorato solo in acciaio, si è espresso con una grande verve giovanile, fresco, perfettamente evoluto e buonissimo.
Vigna Girapoggio 2013 Cilento dop
Viticoltori Verrone
Anche in questo caso stato di fora perfetto. In questo caso la vigna è su una collina di Agropoli, in una zona decisamente più calda. Il frutto è maggiromente in evidenza, ampio, appagante, con un bel rimando anche fume che segna una uteriore evoluzione. Acidità perfetta come nel primo caso.
Fiorduva Costa d’Amalfi 2013 dop
Marisa Cuomo
Terzo vino 2013, molto diverso per zona, vitigno (fenile, peppella e ginestra) e per lavorazione (uso del legno). In questo caso l’impressione è stata quell di un sorso in buona forma ma da non aspettare oltre. Dolce al naso, scattante e finale amaro al palato, un bianco sicuramente ricco e interessante.
Quartara 2011 Colli di Salerno igt
Lunarossa
Una vino quasi da meditazine. Sresso vitigno dei primi tre, ma maturato in anfora e poi passato in legno. L’annata particolarmente calda mette in evidenza la maturazione del frutto sin dal colore, quasi orange, per fortuna la freschezza tiene ancora in piedi la beva. Molto diverso dal Quartara 2012 che ci ha esaltato alcuni giorni fa.
CONCLUSIONI
Anche i bianchi salernitan esprimono grandi potenzialità con il passare degli anni. Naturalmente in questo percorso è favorito, come ovunque, il fiano e il protocolo anche se non deve necessariamente escluder eil legno deve però centrare il bilanciamento con il frutto. Mancano in questa degustazioni due campioni della sfida con il tempo, il Pietraincatenata di Maffini e il PerEva di Fattoria San Francesco.
Complessivamente una degustazione molto interessante, speriamo premessa a bianchi invecchiati sempre più numerosi e buoni.
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