Bimbi e animali al ristorante? Oh noooooo!

Pubblicato in: Polemiche e punti di vista

di Marco Contursi

Due episodi accaduti a me pochi giorni fa, mi hanno fatto venire la voglia di parlare di un argomento che già so dividerà i lettori: Bimbi e cani nei locali: Si o No? Si tenga presente che quando si scrive un pezzo, o si fa un regolamento, si deve necessariamente prescindere dai casi singoli perché non si fanno divieti o articoli polemici ad personam, quindi commenti tipo “Ma mio figlio”…oppure “il mio cane”…sono fuori luogo in un discorso di massima che guarda ai grandi numeri. Giusto, per evitare polemiche inutili.

Primo episodio. Bar con tavolini sotto un gazebo e cane del titolare, taglia media, che gira placido, bimba impaurita al tavolo vicino al mio ma alla fine, colpa dell’età, non del cane che era tranquillo. Arriva signora chic con due  chihuahua che lascia liberi appena si siede e loro iniziano a rincorrersi e abbaiare per tutto il gazebo. Arriva il cane grande e loro iniziano ad infastidire, lui e me, abbaiando peggio di prima. Finchè uno dei due cagnolini non pensa bene di marcare il territorio, urinando su una sedia vicina al mio tavolo, seguito a ruota dall’altro e dal cagnolone, tra le risate della proprietaria dei cani e lo sguardo rassegnato del titolare del bar…..bar in cui io non metterò più piede. Ho desiderato, come mai prima, che ci fosse un ristorante cinese nei paraggi…

Scena due. Dopo più di 15 anni vado a mangiare una pizza di sabato sera, locale strapieno, circa 500 persone, noi pigiati con tavoli addossati. Arriva coppia con passeggino e bimbo di 2 mesi. Ed inizia subito a chiedere a noi di spostarci un po’ per far posto al passeggino, cosa impossibile a meno che non trapassavamo il muro come i fantasmi. Il bimbo piange e la mamma per calmarlo inizia a muovere avanti e dietro il passeggino, colpendo ogni vola la mia sedia. 1.2.3.4.5……10… sbotto e parto col cazziatone, che già la pizza era una schifezza, già c’era troppa gente, già la birra era arrivata calda, ci si metteva pure lei e il passeggino, ancora 5 minuti di “tuzzoliamento” della mia sedia e urlavo” Marco Akbar” e in 5 secondi rimanevo solo nel locale. Le facevo inoltre notare che quell’aria mefitica era veleno per un bimbo così piccolo, ma lei candidamente rispondeva ‘’ Ma allora solo perchè ho un bambino non devo uscire??” A tale risposta, potevo o darle un pugno in testa alla Bud Spencer, o darlo all’amico che mi aveva convinto ad uscire di sabato….nell’indecisione, l’ho dato ad entrambi e già che mi trovavo, uno pure al pizzaiolo, autore di una soletta al pomodoro o pseudo tale visto che della solanacea, oro rosso, aveva solamente il colore.

Questi i fatti. Bambini e cani nei locali si o no? E’ palese, lapalissiano, evidentissimo, che dipende tutto dai padroni o dai genitori, ma se noi fossimo dei ristoratori che non possono valutare caso per caso ma fare un discorso di massima, come ci regoleremmo? Chi ci racconta la propria esperienza?

Vi dico la mia opinione.

Capitolo cani. Io, negli eventi slow food che organizzo, li ho sempre ammessi, ma finora li portavano solo 2 soci slow ed erano cani splendidi, silenziosi e tranquillissimi che purtroppo non vedrò più essendo passato a miglior vita in un caso il cane , nell’altro il padrone, con mio grande dolore per ambedue le dipartite. Ma non tutti i 4 zampe sono così. Ci sono poi padroni incivili, che imboccano il cane con le posate del locale, che ridono se abbaia, che minimizzano se urina in giro: “Tutta sta storia per 4 gocce”. Oltretutto c’è chi ha paura dei cani e non deve averne uno a fianco, se non vuole, in un luogo pubblico, rassicurato dal padrone che dice: “Non fa male ad una mosca”. Ad una mosca no, ma perché devo mangiare con la paura che questo pacifista cambi idea all’improvviso, e da mangiatore diventi io mangiato?

Capitolo Bimbi. Lo dico senza esitazioni: mi stanno sui maroni quelli maleducati ma ancora di più i loro genitori. Il pianto di un bimbo sarà musica per il papà e la mamma, ma se devo udirne io mentre sto a cena in dolce compagnia, magari in un locale da 100 bucce a testa, un pochino ma giusto un pochino, mi scoccia. Ma niente in confronto a quelli più grandicelli, 6-10 anni, lasciati liberi in un locale e flagello peggio di Attila. Divani calpestati, suppellettili rotte o imbrattate, camerieri che devono fare lo slalom peggio di Tomba, genitori che, ogni tanto, urlano distratti: “non sudare”. E casus belli se un altro avventore o il titolare abbozza un timido richiamo. Roba da santificare Erode. Che fare? In locali di fascia alta, sconsiglierei la presenza dei bimbi, anche perché un pasto di tre ore per loro è oggettivamente una tortura. Alcuni locali già lo fanno, anche se sulla legalità o meno di un divieto ai bimbi, si potrebbe aprire un dibattito giuridico che però a noi non interessa. Ma la colpa è sempre dei genitori, mossi da egoismo, che pretendono di continuare a fare la stessa vita di prima, incuranti del benessere dei figli e del prossimo e che soprattutto si rifiutano di pagarne i danni, talvolta ingenti, ad arredi e suppellettili. Anche qui ci sono delle eccezioni, e mi viene in mente uno splendido bambolotto di nome Flavio, tranquillissimo nel passeggino mentre i grandi mangiano, che appena metterà i dentini, sarà pronto a calcare le migliori tavole del mondo ma questa è un’altra storia. No, non è mio figlio, se pensate questo, ma di un mio carissimo amico, buongustaio come pochi, però un aneddoto che mi riguarda lo voglio raccontare. Un giorno, di 30 anni fa, nell’Upim, mio fratello, all’epoca 4 anni o giù di lì, urtò una lampadina esposta su uno scaffale che cadde e si ruppe. Mio padre la prese e andò a pagarla, e pretese di farlo nonostante la commessa dicesse, stupita da tanta onestà, che non era il caso, che era un danno di poche lire e che l’avrebbe messa in quelle uscite rotte…mio padre la pagò. Altri tempi, altri Uomini.


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