
di Ornella Buzzone
C’è un luogo, nella Valle del fiume Irno, che sa ancora parlare con la voce della terra. Una conca luminosa, ben esposta e protetta dalle colline circostanti, che custodisce da secoli le condizioni ideali per la coltivazione della vite. Qui, tra paesaggi punteggiati di borghi antichi e campanili che si stagliano sull’orizzonte, nasce l’Azienda Agricola Guerritore: un progetto vitivinicolo moderno, radicato in un passato rurale che ancora vibra in ogni pietra del casale e in ogni filare di vigna.
Siamo a Baronissi, nel cuore della Campania più autentica. Una terra generosa, popolata da famiglie che da generazioni custodiscono con orgoglio tradizioni agricole tramandate di padre in figlio, di madre in figlia. È proprio in questo contesto che Marina e Svieta Guerritore – madre e figlia, donne caparbie e appassionate – hanno deciso di scommettere sul futuro, riportando in vita una proprietà che un tempo era dei contadini. Il casale che ospita l’agriturismo era, fino a qualche decennio fa, una stalla. Oggi è un angolo di mondo dove il vino si fa racconto, e l’accoglienza ha il profumo della sincerità.
Ogni stanza dell’agriturismo – così come ogni bottiglia – porta il nome delle frazioni di Baronissi, a ricordare che il vino, per chi lo fa con il cuore, è prima di tutto un atto di appartenenza.
Acquamela, ad esempio, è il nome del fiano di casa Guerritore: un vino che affonda le radici in un antico casale situato lungo la storica via dei Due Principati, dove si narra che la regina Margherita di Durazzo si rifugiò durante la peste del Trecento. Il merlot prende il nome da Cariti, altro borgo ricco di memoria. E Fusara, il rosso da aglianico, deriva da una piccola frazione che si intravede all’orizzonte dei filari: tutti nomi che diventano simbolo e sostanza, specchio dell’identità agricola e culturale della zona.
L’azienda nasce più di vent’anni fa con poche vigne piantate quasi per gioco, per produrre vino da condividere con amici e parenti. In quel tempo si avvalevano della consulenza dell’enologo Alfonso Rotolo, utilizzando la sua cantina. È nel 2018 che il progetto si struttura realmente, grazie all’arrivo di Riccardo Cotarella, nome di spicco nel panorama enologico italiano.
Con lui nasce una produzione consapevole, precisa, capace di ambire all’eccellenza senza mai tradire l’anima artigiana del vino.Nel 2019 escono le prime annate, con vini in purezza: Fiano, aglianico e merlot. Tre interpretazioni diverse, ma profondamente coerenti, di un unico territorio. I rossi affinano in barrique per 18 mesi e, da quest’anno, si è aggiunto un rosato da uve aglianico che conquista per la sua freschezza e struttura, con i suoi 13 gradi perfettamente integrati nella beva. Il merlot 2022, in particolare, è un vino sorprendente, rotondo e potente: un’esplosione di frutta rossa che ricorda un cesto di ciliegie appena colto.
Ogni bottiglia Guerritore non è solo vino, ma una dichiarazione di intenti. Come dice Marina, “il vino deve riposare”. Perché non basta vendere: bisogna saper aspettare. Il fiano, ad esempio, ha bisogno del tempo per esprimere il meglio di sé – e un assaggio del 2020 lo dimostra chiaramente. La cantina è un modello di sostenibilità: pannelli fotovoltaici, tetti che raccolgono l’acqua piovana in ben 23 serbatoi, climatizzazione elettronica controllata per garantire la temperatura ideale in ogni fase della vinificazione. Un tempo, racconta sorridendo Marina, suo marito si svegliava alle quattro del mattino per controllare manualmente la temperatura del vino. Oggi, tutto è automatizzato, ma l’attenzione resta quella di una volta. Anche nella gestione delle bottiglie non si lascia nulla al caso: i tappi, ad esempio, sono pensati per durare oltre dieci anni. Perché qui il vino si vuole far vivere, non solo bere.
Durante la mia visita, ho avuto il piacere di partecipare a una delle degustazioni in azienda. Ho assaggiato il rosé, il fiano, il merlot e l’aglianico, accompagnati da ricotte freschissime prodotte in un caseificio poco distante, salumi locali e le mitiche rocciole – una specialità del posto. Il tutto si è concluso con un delizioso yogurt fatto in casa, impreziosito dal loro miele e dalle nocciole coltivate in azienda.
Un’esperienza completa, autentica, che unisce sapori, saperi e paesaggio in un unico gesto. Oltre al gusto, c’è l’etica. “Vogliamo garantire un vino sano, che non faccia male a chi lo beve” – mi ha confidato Marina. Per questo si scelgono metodi di lavorazione costosi, si rispettano le catene del freddo, e si evitano scorciatoie. Il vino, qui, è pensato per essere longevo, pulito, onesto.
Così dice Svieta. E in questa frase c’è tutto. Perché l’Azienda Agricola Guerritore non è soltanto un’azienda. È la materializzazione di un amore familiare che si tramanda e si rinnova. “Amore e passione sono sentimenti difficili da raccontare, spiegare e far comprendere. Così come è difficile comprendere l’alchimia che fa scattare questa scintilla. Senza l’amore che unisce la nostra famiglia, oggi non ci sarebbe l’Azienda Agricola Guerritore”.
Una realtà che oggi si avvicina molto a quella di un wine resort, con piscina idromassaggio, trattamenti relax e una cucina che valorizza prodotti a km 0 nel rispetto della stagionalità. Un angolo di Campania che merita di essere scoperto, assaporato, vissuto.
Il 4 luglio saranno premiati a Raito nell’ambito dell’evento Decanto, e il loro merolt è stato recensito dal Gambero Rosso 2025. Ma al di là dei riconoscimenti, quello che resta è la sensazione di avere camminato in un luogo vero, sincero. Dove il vino non è solo vino, ma storia, terra, famiglia.
Azienda Agricola Guerritore
Via Nocelleto, 84081 Baronissi SA
089 288 0445
https://agriturismoguerritore.com/it
Scheda del 12 settembre 2024
Bluuguerritore a Baronissi: una cucina tradizionale d’autore tra le vigne
Ci troviamo nella Valle dell’Irno, qui nel 2012 Marina Guerritore, grande appassionata di vini, e il marito, l’architetto Giovanni Sullutrone, hanno impiantato nei loro cinque ettari di proprietà delle vigne di Fiano, Aglianico e Merlot per una produzione di 20.000 bottiglie complessive (12.000 di Fiano, 6.000 di Aglianico e 2.000 di Merlot) firmate da Riccardo Cotarella.
A seguito della ristrutturazione di due edifici preesistenti (casa colonica e porcilaia), hanno creato una vera e propria oasi di gusto e relax con ristorante, bed & breakfast e annessa piscina circondata dal verde brillante dei vigneti.
Il patio in legno, con ampie vetrate apribili, consente una esperienza di gusto immersi nella natura circostante.
Il progetto di ristorazione è stato impostato ed è seguito da uno dei più talentuosi chef campani, Angelo Borghese, che conduce in modo brillante la cucina di Bluu il mare dentro a Nocera Inferiore.
Qui Angelo propone la cucina della tradizione realizzati in modo autentico con materie prime di qualità locali e stagionali. Trovare piatti di territorio ben eseguiti è ormai difficile. Ecco perché Bluuguerritore a Baronissi è un posto imperdibile.
La sala, che comprende 80 posti a sedere, è coordinata da Gianluca Scognamiglio. Particolare attenzione è riposta anche nei dettagli come per esempio nella scelta dei sottopiatti in ceramica decorata a mano che richiamano i colori delle etichette dei vini Guerritore.
Cosa si mangia da Bluuguerritore a Baronissi
Per iniziare un trionfo di antipasti dell’orto e rustici e croccanti crocchè di patate e provola.
A seguire le imperdibili polpette di melanzane.
Chiudono la sequenza le polpette di carne, la salsiccia nel sugo e una sontuosa e succulenta parmigiana di melanzane.
Per primo piatto una cremosa e avvolgente Nerano che da sola vale il viaggio.
Buona scelta anche di portate di carne come il coniglio alla cacciatora.
Per concludere il pasto dolci fatti in casa, tra cui il must dello chef il cannolo Borghese, e i gelati di Angelo Napoli.
Dopo pranzo molto piacevole concludere la permanenza con la visita alla bellissima bottaia e all’orto.
Bluuguerritore
Via Nocelleto snc
Baronissi – Sa
Info e prenotazioni: 3663033129
Chiuso: Lunedì
Foto di Novella Talamo
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