Cena di auguri slow natale 2021

Pubblicato in: Curiosità

di Marco Contursi

Certi posti hanno per me un valore che va oltre le mura, Famiglia Principe 1968, osteria di Nocera è uno di questi. Qui nacque la condotta slow food dell’agro nocerino sarnese, in versione rinnovata, ben 13 anni fa. Lorenzo Principe fu il primo a credere in un progetto di promozione territoriale, senza scopo di lucro, anzi, dove i soldi che li rimettevi di tasca tua.

Il primo evento slow dopo due anni di assenza a causa del covid non poteva che essere qui, e non poteva che essere una cena a 10 mani, coi 5 chef delle Osterie del territorio presenti sulla guida di Slow Food: O Romano a Sarno, Famiglia Principe 1968 a Nocera Superiore, la Cantina del Vescovo a Nocera Inferiore, O Ca Bistrò a Nocera Inferiore, la Pignata a Bracigliano. Presenti anche alcuni amici produttori di ottimi vini, Guido Lenza, Paolo Verrone e Giuseppe Pastore coi suoi liquori.

Due anni fa vennero oltre cento persone, oggi eravamo un terzo, ma è stata ugualmente una bella festa. I piatti, che ve lo dico a fare, eccellenti.

Le foto parlano ma non possono raccontarvi del migliore gateau di patate mai mangiato, dove si sentiva la rusticità dell’ortaggio, oltre che un ripieno goloso e una profumata salsa di san marzano, di salumi e formaggi, la delicatezza e l’eleganza della zuppa di ceci e zucca, a cui una fetta di salamella paesana regalava una marcia in più, della sontuosa e stagionalissima lasagna di broccoli e salsiccia, del ricco e squisito tacchino ripieno di porcini e castagne, del saporito mallone, piatto della memoria contadina a base di erbe spontanee, dei dolci fatti con le proprie confetture, buonissimi come quelli delle nostre nonne.

Tutto davvero buonissimo, d’altronde, nell’agro nocerino sarnese, per prodotti della terra e maestria nel trasformarli, non siamo secondi a nessuno.

Ci manca il vino ed ecco gli amici accorrere dalle colline salernitane e cilentane. Sorprendente il Gabry, metodo ancestrale da uve piedirosso di Lenza, elegante il Vigna Castello di Verrone da vigne in altura, e la morbidezza del Valentinia, aglianico salernitano, addolcito dagli anni? Una stilla di falanghina spumante a resettare il palato dai dolci e poi, la “Vrora” liquore alchemico di Giuseppe Pastore, dalla ricetta segreta a base di erbe selvatiche cilentane. Gli amici c’erano tutti, quelli della Piccola Tavola, senza i quali non avremmo creato e portato avanti la condotta, quelli del liceo che mi hanno sempre sostenuto e sono venuti nonostante giocasse il Napoli, quelli della prima ora slow come Rudy e quelli nuovi appassionati di cibo ed arte come Giuseppe. A suggellare il tutto lo sguardo sornione ma attento di Don Vincenzo Principe, memoria storia della ristorazione dell’agro nocerino sarnese, e padre di Lorenzo e Antonella. Questo mio scritto è un grazie a chi di domenica sera, dopo una giornata di lavoro è venuto a cucinare senza compenso per non far morire una idea, quella di un agro nocerino sarnese, conosciuto dovunque non per i “guasti” di politica e camorra ma per i suoi splendidi prodotti. Grazie Gaetano e Antonietta Cerrato, Lorenzo e Antonella Principe, Antonio e Giovanna Pepe, Gerardo e Mafalda Figliolia, Gianluca e Rosario Califano. Ancora una volta, grazie a Voi, le persone si sono alzate da tavola dicendo: “Questo agro nocerino, sempre una bella sorpresa”. Sempre onorato ed orgoglioso di essere il vostro fiduciario Slow.


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