Christian e Manuel Costardi a Vercelli, lezioni di risotto all’Hotel Cinzia per evitare di dire che il riso scotto è buono

Corso Magenta 71
Tel . 0161 253585
Chiuso: lunedi e due settimane in agosto.
Prezzi: alla carta 45 – 75 euro
www.hotel-cinzia.com

Il tema predominante da affrontare non è tanto la recensione di questo bel locale, anche perché l’Hotel Cinzia è già stato sacramentato da Maffi. Il punto è il riso, anzi il risotto.
Già, perché se la pasta si mangia correttamente ormai in tutta Italia, dal Po in giù il riso continua ad essere scotto. Al Sud poi è una tragedia: il 99 per cento dei clienti rimanderebbe indietro come crudi questi splendidi piatti. 

L’eccesso di cottura dei cibi, soprattutto della carne  e dei pesci ha una sua motivazione ancestrale: quando non c’erano frigoriferi in tal modo si metteva in sicurezza sanitaria il piatto. Non a caso le generazioni che ormai vanno dai 70 in su tendono sempre a stracuocere tutto. Poi diventa questione di gusto trasmesso.

Un dato è certo: al Sud si mangia il riso come i russi amano la pasta: scotto, aperto, colloso: insomma, un pappone per  galline. Eppure piatti di tradizione come il sartù o gli arancini ne guadagnerebbero alla grande con la tecnica risottata, come del resto dimostra il sartù di Antonella Rossi.

Allora non resta che fare così. Arrivare a Vercelli e spararsi in questo fantastico posto, uno dei pochi in Italia ad avere oltre venti risotti espressi, un menu degustazione per capire esattamente come si deve mangiare il riso. Che è poi lo stesso concetto valido per la pasta: si deve sentire sotto i denti. A cominciare da quello in qualche modo innovativo con il pomodoro e basilico.

Bella cucina, precisa, essenziale, gustosa. Volendo potete pure provare altro. Ma la prima volta è meglio stare a lezione di risotto. Magari anche le dieci successive:-)

 

Un altro classico da provare qui è la cotoletta alla milanese fatta con tutti i crismi.

Come sempre accade, il piacere di un locale si misura dalla voglia di tornarci. E, seconda riflessione conclusiva, anche nella ristorazione, come in ogni cosa, è essenziale la specializzazione, dare un motivo specifico per attrarre il popolo gourmet.
Scrivo, e salivo, leggo e salivo. Una delle rarissime volte in cui rimpiango di non vivere al Nord:-)


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