Ca’ Matilde a Quattro Castella (RE) di Andrea Incerti Vezzani, combinazione stellare di orto e di mare

Ca' Matilde, Andrea Incerti Vezzani

CA’ MATILDE
Via della Polita, 14 – Rubbianino di Quattro Castella (RE)
Tel.
0522 889560
Aperto: a pranzo e a cena
Chiuso: lunedi e martedì
I 5 menu degustazione variano dai 100 ai 130 euro
camatilde.it

 

di Virginia Di Falco
Abbracciati e ammaliati dalla fortuna dell’ultimo weekend mite dell’Emilia, abbiamo percorso strade e stradine circondate da un foliage fuori tempo massimo per arrivare a Ca’ Matilde (casa di Matilde), locanda e ristorante con una stella Michelin a pochi chilometri da Reggio Emilia.

La sala principale accoglie con un’eleganza misurata, quasi austera, con i toni del grigio, del bianco e del verde scuro, mentre le altre due salette hanno un tocco leggermente più rustico, con il legno che guarda allo spazio esterno attrezzato per la bella stagione.

Diciamo subito che questa riuscita combinazione di un tratto elegante con una cifra campagnola, quasi ruspante, la ritroviamo nella proposta della cucina di Andrea Incerti Vezzani. I suoi 5 menu degustazione partono infatti con una proposta dalla rielaborazione del cibo della memoria, legato al territorio reggiano: il culatello, i tortelli, il ragù, la torta di riso.

Vira invece deciso verso piatti di una grazia assoluta il menu di pesce che abbiamo provato, chiamato ‘Oltremare’. All’inizio, i ninnoli di benvenuto dai colori delicati, le cineserie, le piccole custodie vegetali fanno pensare più al pesce d’acqua dolce che al mare.  Ma bastano i primi bocconi per capire che piccole bombe iodate esploderanno qua e là, lasciando incredibilmente intatti e puliti tutti i sapori.

Il conforto del baccalà mantecato si alterna alla sorpresa dei bocconi di ricciola custoditi da ravioli di rapa bianca, in una esecuzione millimetrica in perfetto equilibrio tra orto e mare.

Il vegetale tornerà ancora, co-protagonista, con la seppia gratinata servita con foglie e gambi di bietole rosse e poi con il primo piatto, i cappellacci ripieni di ombrina, con broccoletti, cavolo nero e pistacchio (quest’ultimo forse superfluo). Sfoglia sottile ma tenace, come ci si aspetta in terra reggiana.

Spaghetti di patate e radicchio tardivo accompagnano il rombo, giocando efficacemente con il dolce e l’amaro dell’orto biodinamico, il vero gioiello della casa.

Si chiude con un pre-dessert alla mela cotogna con arachidi e semi di lino e una raffinata tarte tatin di mela caramellata con zabaione.

L’impressione generale è di una cucina di grande garbo e mestiere. Il senso di una professione che si traduce qui nel piacere di portare in tavola piatti comprensibili perché buoni, prima che belli.
In sala, un servizio preparato, attento ma non ingombrante. E una carta dei vini, presentata su tablet, che colpisce per l’organizzazione oltre che per le referenze, attente innanzitutto al territorio, proprio come fa la cucina.
Tutto invita a tornare, insomma. Ci sono altri quattro menu da provare!


Dai un'occhiata anche a:

Exit mobile version