di Leo Ciomei
L’abbondanza dei vini francesi nel cinema mondiale:
Ratatouille di Brad Bird – mi pare che il vice-chef Skinner offra a Linguini *Chateau Latour 1961; il super-critico Anton Ego (Luigi Cremona, ça va sans dire) beve al ristorante* Chateau Cheval Blanc 1947 *e *Chateau Lafite Rothschild ma a casa si accontenta di un *E. Guigal Cote-Rotie.
Il Santo di Phillip Noyce – il protagonista Val Kilmer ordina e paga con nonchalance un paio di bottiglie di *Chateau Latour 1957 al compassato (e preoccupato) sommelier, al costo di 400 sterline cadauna.
Il Pranzo di Babette di Gabriel Axel – durante il regale pranzo viene servito *Veuve Clicquot 1860 e svariate bottiglie di Clos de Vougeot 1845.
Shakespeare a colazione di Bruce Robinson – Chateau Margaux 1953 a canna più altri grandi Bordeaux.
Ocean’s thirteen di Steven Soderbergh – Matt Damon scherza parlando di Chateau d’Yquem 1973.
La vie en rose di Olivier Dahan – il pugile Marcel Serdan, grande sportivo ma un po’ sempliciotto, porta Edith Piaf a cena a Parigi e lei ordina Chateau Angelus 1939.
L’anno della cometa di Peter Yates – la fondamentale bottiglia di *Chateau Lafite 1811 su cui ruota il film ma anche il *Petrus* e l’orgia di altri Bordeaux nella scena della degustazione iniziale. Naturalmente non ho trovato foto del Lafite 1811 ma ho inserito nell’immagine questa notevole bottiglia della medesima annata: Brugerolles Freres, Caves de l’Empereur, Chateau de Fontainebleau, Vieille Fine Napoleon.
Matrix Reloaded dei Wachoswski – il Merovingio decanta le meraviglie di uno Chateau Haut-Brion 1959.
L’uomo del treno di Patrice Leconte – Chateau Pontet-Canet.
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