In molte aree la viticoltura è sopravvissuta grazie alle cantine sociali e per capire il predominio regionale del Sannio è necessario studiare la storia della Cantina di Solopaca, della Guardiense, della Cantina del Taburno e di alcuni grandi vinificatori privati ancora oggi molto importanti.
A partire dagli anni ’90 queste strutture hanno iniziato a vivere una grave crisi di immagine oltre che di prodotto: la lentezza delle decisioni non ha determinato subito quel salto di qualità necessario, ma il loro ruolo è rimasto importante e significativo. Adesso la Guardiense ha deciso di rilanciare la sua linea chiamando Riccardo Cotarella per un make up necessario e indispensabile ai vini. Per quei capovolgimenti di fronte improvvisi del mercato, le cantine sociali hanno nuovamente la possibilità di giocare un ruolo da protagoniste, soprattutto quelle che, come le sannite, si sono mantenute ancorate alla tipicità. Dunque specializzazione varietale, prezzi sempre concorrenziale, grande qualità nel bicchiere per un vino che riesce a correre bene negli scaffali della grande distribuzione e sulle pedane per l’Estero.
Per Cotarella è un ritorno, un nostos ai suoi primi anni: enologo di esperienza, sulle grandi masse si trova da sempre a suo agio e la conoscenza del mercato internazionale costituiscono per lui l’arma segreta per evitare passi falsi.
Ecco dunque, tra le tante cose nuove della Guardiense, questo splendido metodo classico da uve Falanghina, voluto per celebrare il cinquantenario della nascita oggi presieduta da Domizio Pigna: il naso è un po’ monocorde, ma la beva è piacevole e fresca, adeguata ad affronate le feste e gran parte dei piatti della ristorazione campana. L’ennesima prova di forza della Falanghina del Sannio, un vitigno poliedrico, ben attrezzato a risolvere qualsiasi ruolo, secco, spumante, dolce, da invecchiamento, sempre con ottimi risultati.
Guardia Sanframondi (bn)
Località Santa Lucia 104
www.laguardiense.com
Enologo<QJ>
Riccardo Cotarella
Uva: falanghina
Bottiglie prodotte
3.000.000
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