Clara e Gigi Padovani. Enciclopedia della nocciola. Il frutto della felicità. Storia, curiosità, territori e ricette, Mondadori

Pubblicato in: I libri da mangiare
Enciclopedia della nocciola

di Alfonso Sarno

Quando, due milioni di anni fa, comparve sulla terra l’homo habilis – una specie di ominide decisamente inquietante – pelosissimo e scimmiesco, alto poco più di un metro e mezzo per una quarantina di chili – la nocciola c’era già e di sicuro avrà consentito al nostro poco attraente antenato di sfamarsi e, grazie al gradevole gusto, piace pensare che abbia decisamente contribuito alla sua educazione alimentare. Insomma, vanta una esistenza millenaria ed affascinante e merita di essere indiscussa protagonista, “domina” del bel libro dall’efficace titolo “Enciclopedia della nocciola. Il frutto della felicità. Storia, curiosità, territori e ricette” scritto da Clara e Gigi Padovani con Irma Brizi, appena editato dalla Mondadori. Oltre 200 pagine ricche di fotografie, con un’ampia, aggiornata bibliografia in cu i due affabulanti cantastorie della storia nostrana del cibo, definiti “la coppia fondente del food writing italiano” ed autori di oltre venti pubblicazioni vendutissime e tradotte, finora, in sei lingue, raccontano a tutto campo la storia del piccolo frutto. Giocata tra mito e letteratura colta e popolare; cultivar, denominazioni e luoghi di produzione; l’uso in campi non strettamente gastronomici come quelli della salute e della bellezza.

Oltre a 50 ricette in cui ai dolci si accompagnano primi e secondi dove la nocciola felicemente si sposa con pasta, riso, carne, pesce e verdura. Molte di queste appartengono ai ricordi familiari della componente femminile della coppia autorale, altre a cuochi e pasticceri, stellati e non, ma tutti talentuosi donando al lettore un variegato, piacevole arcobaleno di come sia possibile usare in cucina la nobilissima nocciola donata dagli antichi romani come augurio di felicità e presagio di fecondità agli sposi, considerata una pianta magica, sacra, dai poteri speciali tanto che la prima corona dell’imperatore Giulio Cesare fu  composta di foglie di nocciolo e non di alloro mentre il legno veniva bruciato durante i sacrifici al dio Gian. Oltre ad essere stata raffigurata da famosi pittori, ispirare poeti, scrittori ed autori di fiabe come William Shakespeare, Cesare Pavese,  Boccaccio, Gabriele D’Annunzio, Hans Christian Andersen, i fratelli Grimm. Persino una mistica, la beata Giuliana di Norwich nel suo libro “Rivelazioni dell’amor divino” scritto nel 1393 sostiene “di aver compreso la grandezza di Dio osservando una piccola nocciola che teneva nel palmo della mano. In quella meraviglia della natura c’è tutto quello che è stato fatto”.

Frutto democratico la nocciola che scientificamente appartiene alla celebrata famiglia delle Betulaceae, al pari degli ontani e delle bianche betulle, viene coltivata non soltanto in Italia ma anche negli Stati Uniti, Cile, Cina, Turchia, Spagna e Francia: varietà – spiegano gli autori – che “incidono molto sul sapore e sulla trasformazione della nocciola. Ogni qualità ha una destinazione nella quale eccelle: tostata o salata, in farina od in granella, in creme da spalmare”. Tre le principali varietà italiane protette dal marchio di tutela europeo: la piemontese, la tonda di Giffoni e quella romana dettagliatamente analizzate come la storica Atellane che, per essere prodotta da alberi di diversi cultivar non ha potuto ottenere l’ambito riconoscimento europeo. Arricchisce il libro un QRcode che, tramite la app del tablet o dello smartphone permette di vedere le interviste che gli autori hanno registrato durante il loro viaggio alla scoperta dei territori dove cresce questa magica pianta  dalle tipiche foglie a forma di cuore dai margini dentati.


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