Come si produce una buona mozzarella? Lo scopriamo con Sorì

Pubblicato in: La mozzarella, i formaggi e il latte
Sorì-I fratelli Sorrentino

di Francesca Pace

Arriva sulle nostre tavole tonda, bella, perlata, profumata, con un gusto inconfondibile. Ma cosa si nasconde dietro una mozzarella di bufala? Qual è il processo che rende perfetto questo alimento famoso (ed esportato) in tutto il globo?

Lo abbiamo chiesto ai fratelli Sorrentino titolari dell’azienda Sorì Italia i cui stabilimenti di produzione si trovano a Teano.

Impegno, costanza, ricerca, territorio, rispetto: queste le parole chiave.

Visitare un’azienda del genere è sempre un privilegio che arricchisce e premia i più curiosi che amano vedere e scoprire quali sono i processi di produzione.

Fondata nel 1868 l’azienda casearia resta tutt’oggi molto radicata al territorio ma è riuscita a creare una rete di distribuzione che vanta nomi altisonanti dell’HORECA.

La quinta generazione oggi promette (e manterrà) grandi cose. Rispetto per il cliente finale innanzitutto e soddisfazione delle esigenze del palato anche.

I loro stabilimenti si trovano a ridosso del Parco Regionale di Roccamonfina godono inoltre di una peculiarità speciale: usufruiscono infatti di acqua sorgiva, microbiologicamente pura, che viene sottoposta a più di 300 controlli a settimana.

Riconoscere una buona mozzarella da una Buona mozzarella forse non è così semplice, ma con un po’ di occhio attento ci si può destreggiare nella scelta. Bisogna prestare attenzione al colore e all’aspetto in generale, all’odore, alla consistenza e alla bontà. Deve appagare. Deve deliziare. Deve far venire voglia di mangiarla tutta.

Il Ceo di Sorì, Antonello Sorrentino, sottolinea come quello con il territorio sia un legame essenziale per un’azienda “che ha, tra i suoi obiettivi, quello di creare un prodotto unico nel suo genere, capace di rispettare l’ambiente e con la volontà di riscoprirsi oggi ancora più accorti e sostenibili”.

“La medesima attenzione- aggiunge Gaetano Sorrentino, co-founder di Sorì – la  riserviamo al rapporto con i nostri collaboratori: l’80% dei dipendenti dell’azienda è impiegato, continuativamente, da circa 20 anni e il team è composto da persone che dimostrano una condivisione dei pilastri fondativi della nostra cultura d’impresa, in primis dei valori di etica, trasparenza e correttezza,.”

Ma a monte di una grande azienda che produce mozzarella, devono esserci anche grandi bufale. Dopo aver visitato la linea di produzione, molto interessante è stato anche osservare come vengono allevati con cura gli animali da latte.

In splendida forma, sani, robusti, con uno spazio vitale ampio e generoso le bufale di Angelo Zagaria sono tra le più belle che abbia mai visto.

In località Torre Lupara (Vitulazio, CE) si può fare la conoscenza di questi esemplari meravigliosi. Le bufale sono tra gli animali più curiosi al mondo, amano essere spazzolati, stare al sole e qui in camere speciali ascoltano anche la musica classica, che da recenti studi sembra faccia molto bene.

I 1000 capi sono alimentati con foraggi freschi, affienati ed insilati, ricordiamo che il cibo che si dà agli animali è fondamentale per le produzioni successive.

Il benessere animale qui è il focus principale dell’azienda e si vede. Si tocca con mano. Ciò che colpisce è senza dubbio lo spazio enorme nel quale le bufale possono muoversi liberamente, anche se non disdegnano certamente pozzanghere nelle quali poter stare distese ad oziare e a rilassarsi.

Tutto questo comfort e relax fa sì che il latte munto sia ottimale alla trasformazione.

La mozzarella di bufala, la provola e il fior di latte così fatto confluisce, come dicevo poco più su,  in maniera maggiore nel comparto pizzeria e ristorazione.

A pochi metri da Sorì ad esempio c’è la pizzeria Olio e Basilico dove il patron Giacomo Garau ha proposto oltre a fritti notevolissimi (non perdete l’occasione di provare il crocchè), due pizze con protagonista proprio la bufala.

L’impasto diretto, altamente idratato rende la base decisamente scioglievole, l’aggiunta di una percentuale di farina di Tipo1 comporta che il disco  di pasta sia profumato e rustico, i topping studiati dallo stesso Giacomo, che ha un passato da chef e si vede, hanno fatto in modo che gli assaggi fossero equilibrati ma estremante golosi.

Merita la visita!

 


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