di Adele Elisabetta Granieri
Qual è la situazione delle vostre aziende?
Le nostre aziende sono aperte. Non hanno mai smesso di lavorare, nonostante le difficoltà dovute all’emergenza sanitaria e alle conseguenti e necessarie misure di sicurezza da adottare negli ambienti di lavoro.
Quanto conta il canale HoReCa per le vendite dei vostri vini?
L’HoReCa occupa circa il 20 % delle vendite dell’Asolo Prosecco. Ad oggi la GDO è l’unico settore che continua a resistere. Va sottolineato che abbiamo chiuso il primo trimestre del 2020 con un incremento di vendite del 10,4% rispetto allo stesso periodo del 2019, collocando sul mercato 4 milioni di bottiglie contro i 3,6 milioni della chiusura trimestrale dell’anno scorso. Restiamo comunque estremamente cauti nella valutazione delle dinamiche commerciali, anche se i dati della nostra denominazione sembrano sottolineare che il consumatore fa sempre maggiore affidamento su vini che sappiano coniugare accessibilità e forte radicamento territoriale, caratteristiche tipiche dell’Asolo Prosecco.
Quanto conta l’export per il vostro comparto vitivinicolo?
L’export nella nostra denominazione occupa circa il 60%. Siamo presenti soprattutto negli Stati Uniti, seguiti da Germania, Inghilterra e Svizzera.
Come si stanno comportando i mercati esteri nei confronti dei vostri prodotti?
Non trovo ci siano grandi differenze tra i Paesi in cui è presente l’Asolo Prosecco: il settore HoReCa è quasi ovunque immobile, come nel caso italiano; mentre la GDO, anche all’estero, si conferma il settore che continua a resistere.
Quali sono le strategie che state mettendo in atto a sostegno delle aziende?
Comunichiamo ai soci in modo tempestivo tutte le novità, per tenerli costantemente aggiornati. Non solo: abbiamo rivisto la strategia di comunicazione e promozione dell’Asolo Prosecco, riadattandola al momento storico e alle diverse abitudini di consumo.
Rese ridotte, distillazione… quali misure prenderete per fronteggiare la crisi?
Vendemmie verdi e distillazioni non sono adatte alla nostra denominazione. Peraltro in questo momento non siamo in possesso di dati certi che rilevino il calo della richiesta di certificazioni. Vedremo quindi in futuro, a seconda dei numeri, quali saranno le azioni più adatte da intraprendere per l’Asolo Prosecco.
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