Cucine da incubo. Perché a volte i ristoratori si perdono per sciocchezze?

Pubblicato in: Polemiche e punti di vista

di Marco Contursi

Perchè i ristoratori se perdono into ‘e cuciture?  Questa riflessione italo-napoletana che tradotta significa “ si perdono per sciocchezze”, nasce dalla lettura casuale di una recensione di un cliente su un sito. Questi si lamentava che nella colazione di un b&b da 70 euro a notte la doppia, non ci fosse il caffè espresso e che fosse stato fatto pagare a parte, e la proprietaria rispondeva che era “normale nelle strutture ricettive far pagare a parte l’espresso e il cappuccino, oltretutto avevo già messo sul tavolo un bricco con caffè e uno con il latte”.

Ora, premesso che a me non è mai stato fatto pagare a parte, ma perché secondo Voi, per il titolare del B&B è giusto far pagare a parte (preventivando ovviamente le lamentele dei clienti), qualcosa che a lui costa, a dire tanto, 15 centesimi ossia il costo di una cialda di espresso in una comune macchinetta da ufficio? Io proprio non me lo spiego ma poiché mi sono imbattuto spesso in simile micragne, vorrei che qualcuno mi illuminasse.

Ne racconto altre quattro, frutto di esperienza diretta:

1)   A cena in tre in un locale che all’epoca frequentavo una-due volte al mese, conto 91 euro e quell’uno era un limoncello che io avevo preso chiedendo espressamente me ne venisse portato giusto un goccio (e un goccio ne avevo avuto) perché dovevo guidare e già avevo bevuto. Non mi hanno visto più.

2)   A riprova che anche gli stellati fanno cose strane, 6 anni fa ero con una amica a cena in un quasi-stellato (1 stella l’anno successivo) e prendemmo 4 antipasti, 2 primi, 2 secondi, 2 dolci mentre sul fronte vini, un taurasi e due passiti. Ebbene, uno dei secondi lo lasciammo nel piatto, senza tuttavia dire nulla poiché la salsa alla vaniglia che lo accompagnava era palesemente bruciata. Il titolare accortosi della cosa ci chiese come mai non l’avessimo gradito e saputolo, si scusò almeno 5 volte del mancato gradimento del piatto, senza ammettere tuttavia l’errore di cottura ma poi me lo mise nel conto. Per capirci, costava 12 euro, su un conto di 193 che io arrotondai a 200 con la mancia. Secondo voi ci sono più tornato? Gli ho fatto buona pubblicità? Valeva la pena far rimanere male un cliente per 12 euro?

3)   Un Natale organizzai la cena della mia condotta Slow in un locale e portai 102 persone, un giovedì di dicembre a 25 euro l’una. A gennaio, dovendo partecipare come Condotta Slow a un evento di beneficenza, chiesi al titolare, un ruoto di gateau di patate, e lui mi rispose “solo se me lo paghi”….quel locale non avrà mai più a che fare con Slow Food Agro Nocerino Sarnese.

4)   Un conoscente, responsabile di una associazione di professionisti,  organizzava una volta ogni due mesi una cena con gli associati nello stesso locale di fascia medio-alta ( prossimo alla stella, mi dicono…), portando dalle 20 alle 40 persone ogni volta. L’ultima, dopo aver pagato il conto, mentre andava via, vide un rhum nuovo, un agricole da una 70ina di euro la bottiglia, ebbene, ne chiese un assaggio e il ristoratore si prese 10 euro……10 euro, da uno che gliene portava 800-1000 ogni due mesi….secondo voi questo signore ha organizzato più lì le cene associative???? E il ristoratore ha capito perché non ha organizzato più da lui????

E  a voi è mai capitato qualcosa di simile? E qualche ristoratore mi vuole dire la sua magari suggerendomi una chiave di lettura di questi comportamenti che io da cliente non scorgo. Non mi dite però, che un euro alla volta si fanno le fortune, perché sicuramente quei locali non mi hanno più visto e io quando mangio, di euro ne spendo neh (la circonferenza della mia pancia mi è testimone) :-)!!!

 


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