Cuore di Vino. Ecco perché ho il vino nel cuore

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 Nel corso del Vinitaly 2009 mi hanno chiesto di partecipare a questa bella iniziativa. Cosa che ho fatto con piacere.
Una foto e due righe: perché ho il vino del cuore. Così ho riassunto me stesso in Cuore di Vino.

Ho il vino nel cuore perché mi fa viaggiare più comodo di un treno, più veloce di un aereo, con la stessa libertà dell’auto. Scorazzo libero nei territori del mio Sud baciato dal sole e coperto di neve, onirici come le colline che dalla Irpinia degradano verso la Puglia popolati dalle pale eoliche sui campi di grano, selvaggi come la Sila, vulcanici e tragici come il Vulture, il Vesuvio, l’Etna e Roccamonfina, nuoto mai sazio nel mare di olivi di Puglia dietro la bianca Ostuni, volo rilassato sui Parchi Nazionali in Abruzzo, Cilento e Pollino, sogno il futuro dentro le grotte preistoriche di Matera, regno nei castelli lucani e dauni del grande Federico II.

Quale altro bicchiere mi darebbe la stessa ricchezza negli occhi?

Ho il vino nel cuore perché mi fa viaggiare dentro il palato della gente, capire come ha combattuto la fame e vissuta nel lusso, perché Parigi è stata grande e cosa cercano Londra e New York, quali i cibi da mangiare, i sapori da abbinare, quelli da evitare: una bottiglia di vino vale quanto un giro alla stazione e al mercato, è il riassunto di come un territorio si rappresenta, ove mai fosse al passo con i tempi o, piuttosto, rimasto fermo dilaniato dai piccoli odi dei suoi clan.

Quale altro bicchiere mi darebbe la stessa ricchezza nella mente?

Ho il vino nel cuore perché mi fa capire subito le persone, la loro sensibilità, l’essere curiose anziché ottuse, l’eleganza nei gesti e la capacità di controllare, la disponibilità ad aprirsi, la loro ricchezza, la loro miseria, la loro cultura, la loro ignoranza. E sfruttare i viaggi e le letture che hanno fatto, rapirle e rapinarle dei loro segreti più intimi e faticosi.

Quale altro bicchiere mi darebbe la stessa abilità nel parlare?

Ho il vino del cuore perché il più buono resta sempre quello bevuto con la mia donna, quando eravamo giovani, adesso che lo siamo ancora di più dopo trent’anni.

Luciano Pignataro
giornalista, Premio Veronelli 2008

 


ED ECCO IL PROMO DELLA INIZIATIVA

125 cuori rossi per il Tibet

In un libro di fotografie battezzato allo scorso Vinitaly, 120 ritratti di protagonisti del vino.

Obiettivo finanziare l’istruzione dei bambini esuli del Tibet.

 

 

E’ stato pubblicato lo scorso primo settembre Cuore Divino, libro-testimonianza della passione per la cultura del vino che unisce in questo volume per la prima volta in Italia 125 protagonisti di questo mondo.

Articolato in 125 scatti realizzati da Carlo Mari ed altrettante storie scritte proprio dai protagonisti, Cuore Divino racconta la passione per il vino ed il profondo legame con la terra e con tutto ciò che lo circonda, attraverso immagini e parole che rimandano a ricordi e a suggestioni originali e autentiche.

I protagonisti sono ritratti in bianco e nero, ognuno con una coreografia differente, ma fra le mani, tutti con un cuore rosso dalle forme e dalle dimensioni differenti.

Chi ha compreso il progetto lo ha sposato interamente, col cuore appunto. I testi che affiancano ogni scatto lo dimostrano. Ricordi d’infanzia, immagini del passato, profumi, trionfi e tempeste. Tutto sembra coralmente partecipare e condividere finalmente lo stesso mondo.

 Troveremo enologi, produttori, scrittori, giornalisti, sommelier provenienti da tutte le regioni d’Italia.


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