La Michelin fatta una chiavica da Dagospia: esce in ritardo per copiare l’Espresso

Pubblicato in: La cazzata del giorno
Guida Michelin

Dagospia ha finalmente scoperto che il gossip gastronomico tira e con lo pseudonimo Lady Coratella (D’Agostino è imbattibile in verve ironica) ogni tanto punta il dito sulle magagne del nostro piccolo mondo come ha fatto in occasione del pugno di Ziliani ad Andrea Gori.

Ora punta al ritardo della nuova Michelin: leggete un po:

Quest’anno la Guida Michelin chiude più tardi del solito e i suoi ispettori si stanno ancora agitando su e giù lungo lo stivale per le ultime verifiche. I maligni, in realtà, sostengono da sempre che la Rossa tragga linfa e nutrimento – evidenti spunti, diciamo – dalle pagine fresche dei concorrenti italiani già in libreria da qualche tempo.
Nel corso degli ultimi anni il fiume in piena della critica enogastronomica autarchica si è ridotto ad un ruscello di montagna e La Guida de L’Espresso di Enzo Vizzari domina il campo in materia di ristoranti, inseguita a distanza dal Gambero Rosso che non ha mai superato il trauma della scomparsa del suo fondatore Stefano Bonilli. Il panorama fotografato dagli italiani è rimasto sostanzialmente stabile (ancora forte il Piemonte e sempre vispa la Campania).

Gastrofichetti assatanati – improvvisati critici su blog di ricette a base di dado Star – chef rampanti e vecchi cucinieri incazzati, lamentano in coro lo scarso numero di riconoscimenti concessi ai locali italiani; riflesso – bofonchiano – della secolare, malcelata, antipatia competitiva per noi, cugini casinari d’Oltralpe. Ma c’è un altro elemento da ricordare nello scorrazzare dell’ultima ora degli ispettori Michelin: sono pochi, decisamente insufficienti. Si tratta di professionisti selezionati e chiamati ad un rigore raro, ma sempre una manciata restano e faticano a coprire il meglio applicando gli stessi standard e rispettando i tempi.

Il resto lo leggete qui

Credo sostanzialmente che il ritardo della Michelin nasca dall’esigenza di combinare al meglio una contraddizione sempre più evidente negli ultimi anni: il movimento di cuochi, cuochini e cuochetti al termine di ogni stagione è diventato forsennato e allungare di un mese le visite (perché di questo si tratta), può essere utile.


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