Dall’antipasto al dolce quattro vini di quattro aziende che portano in tavola l’italianità

Pubblicato in: I vini da non perdere

di Marina Betto

Il vino italiano ha fatto dei grandi passi avanti negli ultimi venti anni, in bottiglia arriva la specificità del territorio, i vitigni parlano di regionalità e identità. Si scimmiotta meno l’internazionalità, i vitigni internazionali coltivati in Italia assumono caratteristiche peculiari e singolari e finalmente si parla di identità che va ricercata non solo tra i piccoli produttori con poche etichette ma soprattutto nelle grandi aziende che uniscono a questo una perfezione produttiva frutto di investimenti in vigna e in cantina, un’attenzione all’ambiente e all’eco-sostenibilità sempre più necessarie per la viticultura del futuro. Parlare di grandi vini italiani fuori dalle regioni normalmente citate come migliori, in primis Piemonte e Toscana, non è poi così scontato. E’ quello che ha fatto Giuseppe Carrus, curatore della Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso proponendo durante una cena al ristorante Pipero di Roma una bollicina, un bianco fermo, un rosso e un vino dolce di quattro grandi aziende: Umani Ronchi (Marche e Abruzzo), Sella&Mosca (Sardegna), Roeno (Veneto al confine Trentino), Ca’Rugate (Veneto). Queste aziende sono unite dal fatto che sono gestite da quattro famiglie del vino, cantine che sono capaci di produrre eccellenze in tutte le categorie.

Tra le quattro bollicine proposte di queste quattro aziende si distinguono Alghero Torbato Brut M.Cl. Oscarì 2022 di Sella&Mosca da uve Torbato, un vitigno sassarese un po’ abbandonato. Un’ espressione fresca e salmastra, esuberante e vibrante che sfata il mito che un grande spumante debba essere composto per forza da una cuvée. Siamo difronte invece ad una bollicina identitaria e pienamente sarda.

Anche La Hoz Metodo Classico Nature 2018 Umani Ronchi si distingue per la sua sapidità e completezza, con quel filo fumé in bocca che lo delinea. E’ un sorso materico che nasce da uve Verdicchio per l’80% e Chardonnay, fa un po’ di legno e permane sui lieviti molto a lungo. Questo Spumante metodo Classico nasce nel solco della tradizione spumantistica antica (andate a vedere la storia di Francesco Scacchi e del suo metodo di spumantizzazione del XVII sec.).

Sempre di Umani Ronchi si distingue tra i bianchi fermi il Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Historical 2020 con il suo bouquet di miele e fiori, limoni e cedro e piccole erbe aromatiche è un vino che porta al palato sale e freschezza, mandorle, un bianco complesso e materico, potente che però non perde la beva e per questo da definirsi un vino contemporaneo, perfetto con il Riso burro e alici di Pipero meno con la famosa Carbonara.

Altro esempio di italianità è il Riesling Renano Collezione di Famiglia 2018 Roeno. Pur trovandoci dinanzi ad un vitigno che certamente non è identitario italiano, l’espressività è peculiare con la sua delicatezza, il suo essere sottile, quasi impalpabile nella freschezza.

Altro giro, altra corsa con i rossi selezionati da Giuseppe Carrus che mette in risalto l’Amarone della Valpolicella Classico Cima Caponiera Riserva 2017 di Ca’ Rugate abbinandolo con il Manzo agli spinaci e aglio nero, ma certamente avrebbe esaltato il piatto il Conero Riserva Campo San Giorgio 2016 Umani Ronchi con la sua stoffa e struttura, un Montepulciano che valorizza un territorio intero mettendo in evidenza il concetto di cru che è appunto Campo San Giorgio. Degno di nota è anche Terra dei Forti Enantio 1865 Pre-Fillossera Riserva 2016 Roeno. Originale, vino di grande anima, figlio di vigneti vecchissimi della fine dell’ottocento Enantio è un Lambrusco a foglia frastagliata, un prodigio assolutamente da conoscere.

I vini dolci di queste quattro aziende fanno trasparire poi come questa tipologia riesca a resistere grazie e soprattutto all’impegno di aziende strutturate visto gli alti costi di produzione per questo tipo di vini. Anghelu Ruju 2009 di Sella& Mosca è un vino liquoroso e fortificato da uve Cannonau, un vino storico dell’azienda certamente tra quelli da annoverare della categoria, nato nel 1910.Il suo profumo ricorda la cannella, la caramella d’orzo, il rabarbaro e l’uva sultanina, il sorso è pieno, succoso, sapido e dolce il perfetto accompagnamento di un dessert al cioccolato e a piccola pralineria.


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