Davide Oldani ospite da David Parenzo e Luca Telese non le ha mandate a dire. Il tema, considerato minore e dunque ferragostano, era la crisi della ristorazione e i due conduttori sono stati bravi ad impostare il discorso legando la crisi dei ristoranti, soprattutto stellati, alla crisi dei produttori di qualità.
Davide Oldani perà non si è limitato a fare un discorso di testimonianza: “io ho cominciato con tre persone e adesso siamo oltre 40, ho anticipato la cassa integrazione e a settembre farò anche una assunzione. Non si possono fare discorsi di qualità in astratto, la qualità va pagata e subito. Il modo migliore per sostenere i piccoli produttori è pagare le fattire a vista. Prima si poteva pagare a 90, anche 120 giorni, ma non è così che funziona una economia sana. E neanche i 30 giorni fissati da Monti e rimasti sulla carta. Un ristorante che funziona bene ed è sano deve pagare a presentazione fattura, solo così si rimette in moto la macchina. Abbiamo assistito a delle cose incredibili, tipo forniture di ottobre e novembre non pagate con la scusa del Covid”.
Le lamentele per i ritardi dei pagamenti sono una colonna sonora costante per chi si occupa di cibo, ma con il Covid il problema si è accentuato. Ora se è comprensibile la difficoltà a pagare per merci fornite poco prima del lockdown, diventa poco chiaro il motivo per cui alcuni non hanno pagato la merce ritirata a ottobre e novembre. Una delle debolezze del sistema ristorativo italiano è proprio questo malcostume che mette in difficoltà i piccoli produttori e che alla fine ha una ricaduta su tutto il sistema.
Oldani avrebbe potuto fare un discorsetto di circostanza in tv, ma ha scelto di mettere il dito nella piaga perchè è chiaro che professionisti come lui soffrono alla fine di una sorta di concorrenza sleale da parte di chi o non paga le merci o le paga con ritardi biblici.
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