Dieci migliori posti dove bere e mangiare a Firenze

Pubblicato in: Città e paesi da mangiare e bere
Firenze, piazza della Signoria

di Marina Alaimo

Periodicamente torno a Firenze in quanto subisco fortemente il fascino di questa città dove arte e bellezza sono esaltate con raffinatezza anche nei particolari più banali. L’influenza dei Medici, grandi sostenitori di questi principi, perdura magnificamente nel tempo rendendola una delle città più belle al mondo. Nell’insieme la città non è molto grande e questo consente di girarla a piedi raggiungendo i luoghi di interesse con una certa facilità e, percorrendola in questo modo, se ne colgono i particolari, entrando nell’essenza del suo essere in maniera profonda. Devo dire che l’ho trovata in uno stato di grazia, è in piena forma e riesce a sostenere l’enorme flusso turistico con efficienza e preservando ordine e pulizia, mentre in altre città turistiche se ne è perso il controllo. Anche qui le novità nel campo della ristorazione e dell’enogastronomia sono all’ordine del giorno e convivono in piena armonia con la forte tradizione delle osterie tipiche e le storiche tripperie. Quello che colpisce girando botteghe e luoghi del gusto è la capacità innata e naturale di rendere estremamente bella qualsiasi cosa e di mantenere viva l’identità senza cadere in forzature folcloristiche. Ho alloggiato nel quartiere San Lorenzo che adoro per i suoi ritmi pulsanti di vita che rendono speciale ogni piccolo angolo, stradina, esercizio commerciale, partendo dalla prima colazione che ogni mattina non vedevo l’ora di poter fare a La Ménagére in via de’ Ginori 8, dove ho trovato un ottimo caffè espresso, il migliore a Firenze, e dolci sempre freschissimi preparati dagli chef. E’ un posto incredibilmente bello e nuovo nel concept che unisce la passione per il design al gusto, allo spazio vendita dei fiori e quello degli accessori per la cucina.

E’ praticamente sempre aperto proponendo l’idea bistrot – caffè – pasticceria – cocktails a quella del wine bar  – ristorante, mantenendo sempre molto alta l’offerta del cibo e la decorazione dei vari ambienti nei quali, sulle prime, ci si perde perché sono continui gli stimoli visivi. Molto spazio è dedicato anche alla musica live, soprattutto jazz, e lo ricordano i dischi in vinile esposti, così come il bellissimo pianoforte a coda nella sala ristorante sotto il lucernaio. Nella stessa strada, a pochi metri, c’è la Casa della Musica Ceccarini e dalle sue finestre arrivano ai passanti le note degli studenti che contribuiscono a conferire un’atmosfera magica al quartiere.
Un paio di isolati più avanti si raggiunge il Mercato Centrale di San Lorenzo nella famosa pagoda, sempre pienissima di gente in quanto rappresenta un’attrattiva notevole. E’ un inno alla vita, alla gioia del cibo vissuto nel piacere della condivisione e dello stare insieme.

Forse è il mercato più bello d’Italia, con un’offerta di cibo molto varia e che riconduce continuamente all’identità della città, pur condividendo lo spazio con qualche presenza straniera, molto contenuta e quindi non fastidiosa. I banchi sono sempre curatissimi ed offrono ogni ben di Dio, alternandosi alle vecchie tripperie che sono frequentatissime a qualsiasi ora. Alle 10,30 da Nerbone c’è già la fila per mangiare il panino con lampredotto o la trippa : è una istituzione a Firenze dal 1872 confermando il quinto quarto una eccellenza locale. Strano a dirsi in una città così raffinata, ma lì dove c’è cultura si sta molto attenti a preservare ogni espressione legata alla storia del luogo, esaltandola e rendendola un’arte.

Il lampredotto è l’abomaso, uno dei quattro stomaci dei bovini, bollito a lungo in un brodo vegetale, servito nel panino tipico detto semelle, una specie di rosetta, intinto nel brodo di cottura, insieme alla salsa verde di prezzemolo, uovo sodo, acciughe, e capperi, squisita, e salsa piccante.

Una goduria. Anche in via dei Neri c’è un altro punto  caratteristico, il Club del Gusto, ex locale storico Tripp e Zampa, dove l’oste ha modi alquanto “diretti”, ricorda molto Mangiafuoco.  La grande pentola con il lampredotto è sempre fumante sul fuoco del fornello in vetrina, esposto verso la strada per invogliare a mangiarlo ed anche per mantenere il rito dello street food che in via dei Neri è molto colorito e praticato. Gli interni sono quelli tipici di una trattoria popolare fiorentina, molto accogliente e piacevolmente retrò. Il piano superiore del Mercato Centrale di San Lorenzo è stato restaurato e reso un posto da vivere nel buon gusto dalla mattina fino a mezzanotte.
Ci si trova un po’ di tutto, dalla pizza, ai famosi fritti di Pasquale e Gaetano Torrente, alla pescheria che cucina in diretta, le birrerie, all’Enoteca del Chianti Classico con più di 200 etichette.  E’ organizzata molto bene e curatissima negli arredi dove ovviamente le bottiglie distinte dal gallo nero hanno una presenza primaria. Si fa cultura di questo importante territorio del vino proponendo anche percorsi di degustazione guidati da esperti. In abbinamento salumi e formaggi del territorio, piatti tipici, vale la pena fermarsi per l’aperitivo fatto di crostini al fegato e un buon bicchiere di Chianti Classico –  in questo caso la tradizione è vincente.  Raggiungere poi le colline del Chianti da Firenze è molto semplice, basta un’ora di auto e si è immersi nella  campagna chiantigiana.
Abbiamo girato tanto a piedi e ci vuole un buon caffè per ritemprarsi, non si può non fare una tappa alla Ditta Artigianale in via dei Neri 32, quella dello street food e frequentatissima dai giovani. Non è un bar, ma un centro culturale del caffè proposto in numerose mono cultivar e in diversi modi di preparazione, non solo espresso, ma anche Drip brew, caffé preparato al filtro o il caffé estratto tramite Syphon, una metodo in uso nell’Ottocento. Il personale racconta nei particolari le diverse varietà di caffè e le loro provenienze geografiche e vi obbligheranno a degustarli senza zucchero. Il progetto Ditta Artigianale ha avuto un grandissimo successo ed ha raddoppiato in Oltrarno in via dello Sprone 5r, dove diventa anche gin bar con oltre 150 etichette provenienti da tutto il mondo, cocktails con prodotti di altissima qualità come Ditta Artigianale Spritz, preparato con  Slow gin,  con infusione di prugnolo selvatico, prosecco, soda e una foglia di basilico, e poi il Negroni Ditta Artigianale fatto di gin, campari bitter, vermouth di alta qualità, confettura di arance amare e ginger Anche la cucina è interessante, in giusto equilibrio tra sapori locali e contaminazioni mediterranee sotto la guida dello chef Arturo Dori. Siamo tra Ponte Vecchio e Palazzo Pitti ed entrando a visitare questo imponente edificio lussuoso con quattro secoli di storia, è possibile prenotarsi per essere guidati nelle cucine granducali. Una esperienza da sballo per chi pratica il mondo dell’enogastronomia, e non solo :si possono vedere le tantissime pentole e stoviglie in rame, lo scalda vivande a carboone, gli immensi camini nei quali si cucinava e la grande cucina in muratura arrivata nei primi dell’Ottocento.  A Firenze viene irrimediabilmente voglia di una bistecca alla fiorentina e la Trattoria Angiolino ai 13 Arrosti è il posto ideale Oltrarno in via Santo Spirito 36, dove si quieta l’invasione dei turisti e si entra nelle strade e le piazze frequentate soprattutto dai fiorentini.

E questo è un ristorante da loro molto praticato, elegante e quasi spettacolare nel porre al centro dell’attenzione la grande e bellissima cucina a vista.  Un posto che invece ha dell’incredibile e riesce ad portare una grande novità nella raffinata Firenze è il Teatro del sale di Fabio Picchi in via dei Macci 118, proprio di fronte il suo ristorante Cibreo.

Nel teatro del sale la cucina è spettacolo e il teatro va in scena ogni sera con artisti diversi. La famiglia Picchi è riuscita a coniugare le due grandi passioni cucina e teatro in questo progetto dove è difficile contenere il tempo, il desiderio di trattenersi fa pericolosamente dimenticare l’orologio. Per accedervi si paga una tantum la tessera di iscrizione, 15 euro, poi il pranzo e la cena hanno un prezzo fisso molto easy e ogni sera il ticket  include lo spettacolo. Cosa vuoi di più dalla vita? Nel teatro è allestita la sala ristorante con la grande cucina a vista dominata dal fuoco del girarrosto e del forno in continuo lavoro.

Il cuoco Daniele Florio annuncia a gran voce l’uscita delle diverse pietanze, invitando a non mangiare troppo per riuscire a provare di tutto.

E in effetti i piatti sono tanti, tutti golosi, dalle verdure di stagione ai legumi, i formaggi, la pasta alla pummarola, i girarrosti, il pane fatto in casa, poi il buffet dei dolci è la macchina del caffè che ci si prepara da soli. Una meraviglia! Poi tanti i prodotti in vendita dai sott’oli alle confetture, agli abiti, i libri, insomma un posto da vivere in relax e senza fretta.
Se invece si è stretti in poco tempo a disposizione Arà e Sicilia è un altro posto goloso da non perdere in via degli Alfani.

Diciamo che vale la pena andarci a prescindere dalla esigenze di marcia, ovviamente, come annuncia il nome, il tema gastronomico è su altre latitudini, le specialità proposte sono siciliane e soprattutto di Modica, il paese di origine di Francesco Agosta e Carmelo Pannocchietti proprio vicino alla Galleria dell’Accademia. Diciamo che l’unico difetto di questo posto è che ci vieni per risolvere velocemente la fame o per uno spuntino, ma la roba è talmente buona che fai fatica a fermarti e vuoi sapere sempre di più di queste specialità irresistibili. Mai mangiate altrove arancine o scacce così buone, anche le granite e i gelati sono da sballo. Tutto questo è stato visitato in suoli due giorni, molto intensi, dedicati non esclusivamente al gusto che trova ampia espressione, ma anche ai musei, allo shopping e alle lunghe passeggiate nelle tante piazze, strade e stradine dove speri di perderti per scoprire ogni volta cose nuove riuscendo sempre ad emozionarsi come un bimbo al luna park.


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