Effetto Covid in Campania;: negata la Coca Cola a un bambino

Pubblicato in: Polemiche e punti di vista

 

di Marco Contursi

Le leggi non si fanno per i singoli (tranne quelle ad personam a cui la politica ci ha, senza scuorno, abituato), ma vanno ad incidere sulla vita del popolo che è fatto di singole persone e quindi chi statuisce dovrebbe cercare di farlo ponderando al massimo gli effetti sui singoli di un decreto.

In parole povere, fare leggi di testa e non di pancia.

Questi i fatti:

21 dicembre, alle 21.40 in una città deserta, nonostante i 50 mila e passa abitanti, stavo aspettando una pizza da asporto in una pizzeria, quando è entrato un uomo sui 35-40 con una divisa da lavoro, credo un meccanico, ed ha chiesto, solo, una bottiglia di Coca-Cola da portare a casa La titolare della pizzeria ha risposto che non poteva venderla da asporto perché De Luca l’ha vietato. Il signore ha pregato di vendergliela perché il figlio piccolo gliela aveva chiesta ma la signora della pizzeria pur scusandosi, ha dovuto negargliela.

Tutti questi divieti, non c’entrano niente col prevenire il Covid.

Poiché vietare totalmente la vendita di bevande analcoliche la sera, fa solo un danno enorme alle pizzerie senza un pro, nessuno infatti fa assembramenti con una coca cola alle 21.30. NESSUNO.

Tutto questo accade solo in Campania, senza che i numeri dei malati facciano legittimamente propendere per norme più severe rispetto al resto d’ Italia. Questa è follia autoreferenziale di chi pensa che può tutto, anche vietare alle 21 di sera a un padre di portare una coca cola al figlio che la desidera, tanto anche la giustizia amministrativa gli dà ragione, pur in presenza di una palese violazione di un provvedimento dello Stato (vedi caso Capri..).

La Campania fa stato a sè, come se fossimo in una repubblica federale.

Ma l’Italia è una, e i diritti dei cittadini uguali in tutta Italia. Differenze di provvedimenti, possono essere giustificate su scala ridotta e non su base regionale. Poiché il divieto di vendita bibite vale a Napoli come a Santomenna, ma uno fa 1 milione e passa di abitanti, l’altro 400. Se io non posso uscire da Roma ho 1285 Kmq da percorrere, se abito ad Atrani 0,12 Kmq.

NON si può non tenerne conto.

Io a pensare al faccino di quel bimbo che non ha avuto la coca cola, sto incazzato nero da ieri. Come pure a come si sarà sentito quel padre che dopo una giornata di lavoro ha dovuto negargliela.

La norma regionale che prevede il divieto di asporto delle bevande alcoliche e non dopo le 11 del mattino dal 20 al 23 è fatta di pancia, senza ragionare sulle possibili conseguenze né sulla sua reale necessità.

Ultimo aspetto, non irrilevante. Io non ho mai avuto problemi con le forze dell’ordine, sempre rispettoso delle regole. Da quando ci sono tutti questi divieti, in cui non sempre è facile districarsi, ogni volta che vedo una pattuglia mi agito. E se sto facendo qualcosa di sbagliato? E se non viene accettata la mia autocertificazione? Un cittadino, non deve vivere così. Bisogna fare poche norme e chiare. Reprimere solo i comportamenti davvero a rischio ma lasciare vivere le persone, ad un anno quasi dall’inizio di tutto. Senza dimenticare, che non si muore solo di covid ma di tante altre patologie, che oggi si fa finta di dimenticare che esistono e che fanno molti più danni.

p.s. Una domanda: ma se il cliente si metteva difronte la pizzeria e il ragazzo gli portava la cocacola, attraversando la strada, era consentito in quanto consegna e non asporto ???? ;-)


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