
Ristorante Falerno a Paestum
Via Tavernelle 50
Tel. 331 868 7787
Aperto la sera, sabato e domenica anche a pranzo
di Francesco Costantino
Paestum non è solo templi e cartoline patinate. È anche contraddizione, un luogo sospeso tra archeologia da manuale scolastico e un presente che fatica a trovare una sua voce. Poi arrivi in Via Tavernelle e ti imbatti in Falero.
Qui non si parla di vista panoramica o di scenografie da Instagram: ti siedi a ridosso di mura costruite 2500 anni fa, e già questo basta a spiazzarti. Le tocchi con lo sguardo, immagini mani callose che le hanno innalzate, e pensi che mentre tu mangi un piatto di crudi, qui filosofi e mercanti discutevano di vita, morte e destino.
La cucina di Falero non pretende di essere rivoluzionaria. È semplice, diretta, godereccia. Pesce fresco, crudi, piatti che parlano di mare e di appetito più che di estetica. Golosità che fanno venire i sensi di colpa solo al colesterolo, non a chi ama la vita.
Tanta Campania in bottiglia. Una selezione che racconta di come i grandi bianchi locali possano giocarsela alla pari, con chiunque, senza timore reverenziale. Bene anche per le bollicine, che per il tipo di proposta sono fondamentali.
Paestum oggi vive un paradosso: ricca di storia millenaria, ma con un presente turistico incerto, segnato da crisi amministrative, rincari e una promozione culturale che fatica a parlare ai giovani. Eppure, Falero resta lì. Un baluardo, un segno che nonostante tutto c’è ancora chi sa tenere viva la fiamma. Non salverà Paestum. Ma sedersi qui, mordere il mare e bere Campania a ridosso di mura eterne, ti fa capire che certe cose, in fondo, non hanno bisogno di essere salvate: resistono.
qui di seguito la nostra scheda del 2 aprile 2023:
C’è a Paestum, proprio a ridosso delle ciclopiche mura, via Tavernelle che è una delle strade più ghiotte d’Italia oerchè, comunque si cade, si cade bene con una offerta variegata, non turistica, con ottimo rapporto tra qualità prezzo e senza locali munezza che purtroppo caratterizzano le stra della movida da Nord a Sud.
Leggi comunque la nostra Guida di Paestum per saperne di più
Ad impreziosire l’offerta è arrivato Adriano Longo, nato ristoratore e figlio di ristoratore, con un ristorantino di mare delizioso, intimo e con una materia prima che non ammette discussioni, come del resto quasi ovunque avviene a Paestum per il mare: meno di 90mila abitanti popolano 10 mesi su 12 una costa lunga cento chilometri. Il mare è ancora generoso, un po’ meno del passato, ma ancora tanto rispetto alla media dei mari italiani. I tonni abbondanti fanno stragi di alici ma in compenso li troviamo freschi nei piatti, come pure le aragostine di Palinuro che, pensate ai guasti di Masterchef, uno chef di batteria ributtava in mare per comprare quelle dell’Atlantico!
Adriano propone una cucina semplice ed essenziale: crudi di mare e buoni piatti di pasta, la formula che sta sbancando in Campania e per la quale gli appassionati sono disposti a pagare qualsiasi cifra se sono sicuri della qualità. E la cucina della Pergola gestita con il fratello e la mamma che è stato uno dei primi locali a fare qualità in zona.
Altro bonus del locale, oltre il servizio e la possibilità di mangiare fuori almeno 300 giorni l’anno visto il clima favorevole, è la carta dei vini, gestiti con professionalità come si evince dai prezzi, ragionevoli e abbordabili per far girare la cantina.
Spenderete sui 60-70 euro tutto compreso, ma penserete soprattuto a quel che avete mangiato.
Cosa si mangia al ristorante Falero di Paestum
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