
I miracoli di cui è capace l’Irpinia. Ecco una vecchia bottiglia di Fiano di Avellino docg di Cortecorbo, una piccola aziendina che prende il nome dalla omonima frazione di Montemarano che si avviò con Angelo Pizzi. Beh, anche un bianco pensato per non durare , con un tappo corto, a distanza di otto anni riesce a regalare una incredibile senzazione. Le uve sono prese a Lapio, il naso è ricco di frutta evoluta con rimandi di fumé e idrocarburi. Al palato conserva una freschezza da manuale, veramente unica.
Un grande bicchiere insomma, goduto oltre ogni aspettativa e che conferma, se pure ce ne fosse bisogno, del grande potenzialitò del vitigno.
www.cortecorbo.it
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