Siccome mi onoro di collaborare alla Guida Ristoranti Espresso e alla guida Slow wine per i vini mi sono dato la linea di non commentare le scelte delle altre pubblicazioni di settore.
Ma siccome non partecipo a nessuna guida delle pizzerie, una cosa sulle scelte del Gambero Rosso la devo dire. Anzi, urlare!
Intanto, la notizia:
La Fucina Roma
Antica Osteria pepe Caiazzo (CE)
Sforno Roma
I Tigli San Bonifacio (VR)
Sono le quattro migliori pizzerie d’Italia a cui, con un enorme sforzo di immaginazione, vengono assegnati i tre spicchi.
Questa classifica, dove mancano i grandi maestri napoletani, da Ciro Salvo e Enzo Coccia, da Gugliemo Vuolo ad Antonio Starita, è un sonoro schiaffo a Napoli lanciato dalla Guida Gambero Rosso i cui curatori sono, tra l’altro, entrambi di origine campana.
Sarebbe come parlare di Formula 1 senza la Ferrari o di Serie A senza le milanesi, le torinesi, le romane e il Napoli.
Eppure il Gambero Rosso ha a Napoli una Città del Gusto sostenuta dalla Regione e, fermo restando l’autonomia redazionale, sarebbe interessante capire quanto conviene alla Campania la promozione di prodotti di altri territori visto che è questa l’attività preponderante, se ci si dimentica di Napoli nell’unica cosa in cui la supremazia è secolare, acclarata e indiscussa.
Se poi lo scopo della classifica era quello di fare un dispetto a Bonci, ah, vabbé, questo è un altro discorso.
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