Giulia Tavolaro, chi è la maitre di Capo Lagala premiata dalla Michelin

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Giulia Tavolaro

di Antonino Siniscalchi

«L’accoglienza è un’arte che si nutre di ascolto, rispetto e autenticità». Giulia Tavolaro maitre del ristorante stellato Maxi di Vico Equense ha le idee chiare, una filosofia dell’ospitalità che sostiene il prestigioso “Michelin Service Award” ottenuto dalla 71ª edizione della Guida “Rossa” dell’enogastronomia.
Un riconoscimento che celebra l’eccellenza nel servizio di sala: una dimensione spesso silenziosa, ma fondamentale nel definire l’identità e l’anima di un grande ristorante. Nelle motivazioni, gli ispettori non hanno dubbi: «Colonna portante di questo angolo incantevole della Costiera sorrentina, Giulia Tavolaro accoglie e guida una clientela internazionale con eleganza, gentilezza e una passione autentica. La sua determinazione trasforma ogni incontro in un’esperienza memorabile, dove l’ospite è sempre al centro e il servizio diventa la cornice perfetta che esalta la magia della proposta culinaria».
Classe, misura, professionalità: tratti affinati nel tempo, fin dagli esordi. Diplomata all’Istituto Alberghiero di Vico Equense, Giulia muove i primi passi con uno stage al Don Alfonso 1890, esperienza “fondativa” destinata a segnare tutta la sua carriera. Poi arrivano realtà di altissimo livello come Le Calandre a Rubano della famiglia Alajmo e il Combal.Zero di Davide Scabin, ristoranti che hanno fatto la storia dell’alta cucina italiana.


«Ricevere il “Michelin Service Award” mi ha generato una enorme emozione – spiega Giulia -. È un premio che dedico alla mia squadra e alla famiglia Acampora, patron del “Maxi”. Significa che il valore del servizio viene visto, riconosciuto e apprezzato. È un incoraggiamento a continuare a crescere, senza dimenticare mai cosa rende speciale questo mestiere: l’attenzione sincera per le persone».
Una formazione professionale rigorosa e riconoscente. «Porto nel cuore gli insegnamenti ricevuti al Don Alfonso 1890 – aggiunge -: lì ho capito cosa vuol dire essere parte di un’eccellenza avendo beneficiato degli insegnamenti di colui che nel tempo è divenuto il mio mentore: il sommelier Maurizio Cerio. Ma anche Le Calandre e il Combal.Zero sono stati fondamentali. I maestri che ho incontrato mi hanno trasmesso disciplina, cura del dettaglio e la consapevolezza che ogni gesto ha un valore».
Una capacità di accogliere con grazia e signorilità. «Ascoltare, prima di tutto – sottolinea la brillante professionista dell’ospitalità -. Poi osservare, comprendere i tempi dell’ospite, anticipare i suoi bisogni senza mai essere invadenti. L’accoglienza è equilibrio: tra professionalità e calore umano, tra discrezione e presenza. È un linguaggio fatto di gesti, di sguardi, di piccoli dettagli che fanno sentire qualcuno davvero al centro dell’esperienza».

Idee chiare su prospettive e progetti professionali. «Voglio continuare a crescere al “Maxi”- conclude Giulia Tavolaro -, portando avanti un’idea di servizio che sia sempre più contemporanea, attenta e consapevole. Il premio non è un punto d’arrivo ma una tappa. Sogno di formare nuove generazioni di professionisti dell’accoglienza: ragazzi del territorio che possano amare questo lavoro come lo amo io».
Un riconoscimento, dunque, che va ben oltre il singolo traguardo personale: una celebrazione dell’ospitalità come arte e della Costiera sorrentina come fucina di talenti. A Giulia Tavolaro il merito di rappresentarla con grazia e determinazione. Il bello del mondo gastronomico è anche questo: potersi affernare restando nel posto in cui si è nati. Ma è possibile farlo solo dopo aver girato il mondo.


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