Hart Bageri, il pane di Copenhagen che piace a René Redzepi e Gabriele Bonci

Pubblicato in: Città e paesi da mangiare e bere
Hart Bageri, il pane

HART BAGERI
Gammel Kongevej 109
1850 Frederiksberg
Tel. +45 31 11 18 50
Aperto dal lun al ven, dalle 7:30 alle 18.00 – Sab e dom dalle 8:00 alle 17:00
www.hartbageri.com

 

Hart Bagery a Copenhagen. E’ innegabile come Copenhagen sia oggi un richiamo irresistibile per chiunque abbia voglia di investire in una delle più importanti energie rinnovabili del pianeta: il food.

Naturale, riciclo, sostenibilità: difficile non trovare questi concetti nei diversi manifesti dei ristoranti più influenti della capitale danese. A partire ovviamente da un alimento base come il pane.
Non ci ha messo molto, dunque, René Redzepi, ormai leggendario capitano del Noma, a convincere il suo amico Richard Hart, panificatore inglese affermatosi in California, a spostarsi – famiglia, lievito e bagagli – a Copenhagen, nel quartiere di Frederiksberg, per aprire il suo forno. Un altro trasferimento importante, dunque, dagli Usa alla capitale danese, proprio come ha fatto con convinzione Matt Orlando con il suo Amass, sempre sulla scia di Redzepi.

Poco meno di un anno e Hart Bageri è diventato già un punto di riferimento cittadino, per il pane così come per la colazione o lo spuntino del pranzo.

Arredo minimalista, dunque nordico doc, in legno chiaro, qualche banco di appoggio e gli scaffali a vista dietro al banco con ogni tipo di pane. Da quello ‘brunito’ – o bruciato, se vi piace – con crosta sottile e croccante, lavorato a mano ovviamente con lievito madre e per molte ore. Per giunta “in diretta”, nel laboratorio a vista del locale.
La filosofia di Hart è quella della lavorazione lenta e il più naturale possibile.

Il pane è croccante e profumato, le forme sono quelle classiche per il bianco (meravigliose le baguette) così come per quello più tradizionale di segale.

La vetrina, poi, soprattutto a metà mattina, è un trionfo di dolci e lievitati, dalla classica viennoiserie, con un croissant perfetto, ai tradizionali dolci danesi alla cannella, fino a quelli farciti e alla cheese cake nell’interpretazione di Hart, già molto richiesta dai clienti.

Noi abbiamo provato, tra le altre cose, una sorta di hot dog che qui consigliano ai ragazzi per la ripresa della scuola (e, in effetti, quanto ad energia è imbattibile!) e cioè un cannolo di pane di segale ricchissimo di ogni tipo di seme, con dentro una sottile salsiccia di maiale danese, ovviamente da allevamento biologico.

Gustosi anche i toast al formaggio e salumi danesi, praticamente un pasto completo, così come il pane/focaccia con la mortadella, una sorta di ‘pizza e mortazza’ romana, forse a ricordare la grande amicizia e condivisione di vedute, sul «cibo agricolo» che Hart ha con il suo amico e collega Gabriele Bonci, ospite non a caso con la sua pizza proprio qui in una serata sold out.

Ancora una volta, dunque, un’esperienza gastronomica  di successo a Copenhagen che racconta di un manifesto non scritto sulla sostenibilità che ha il suo fondamento soprattutto nella condivisione senza barriere, fondata sull’esperienza e sulla voglia di trasmettere, piuttosto che di arrivare.


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