I migliori assaggi di Campania Stories: I vini solari e freschi della costiera Amalfitana… due aziende… due mondi diversi… ma solo eccellenze !

Pubblicato in: I vini da non perdere
Campania Stories

di Andrea De Palma

… solo a nominarla ti mette gioia e stimola un senso di benessere diffuso, la Costiera Amalfitana è da sempre sole, mare, alta cucina e vini di qualità.

Territorio unico con vigneti terrazzati e terreni di origine calcarea custodisce vitigni molto “rari” e centenari fra cui molti a “piede franco”, utilizzati quasi sempre in blend fra loro.

Ecco che in costiera i vitigni rossi sono Aglianico, Piedirosso, Sciascinoso e il Tintore di Tramonti, mentre fra i bianchi il precoce Fenile e il tardivo Ripoli, l’aromatica Ginestra e la speziata Pepella -soggetta ad acinellatura come il Picolit. Come anche Falanghina e Biancolella.

Ma, è anche doveroso sottolineare che in ogni regione italiana, dove si recuperano vigneti molto vecchi il “rischio” piacevole è quello di fare vini piacevolissimi da bere a tavola; e si… perché il contadino di una volta nel vigneto non metteva solo un vitigno, ma diversi, in funzione di quelle che erano le esperienze territoriali frutto di scambi di opinione.

Tenuta San Francesco

Inizio a parlare di questa azienda di Tramonti con quattordici ettari di vigneto perlopiù frutto di recupero di vecchie viti “prefillossera”. In fatti inizio con il E’ Iss 2017 da uve Tintore in purezza un vino che mi ha colpito per la sua schiettezza e immediatezza, estrema bevibilità, dal colore impenetrabile ricco di frutto e dalla tannicità avvolgente e sincera. Un vino che bevuto lontano dal suo contesto territoriale potrebbe sembrare banale, ma invece ti fa capire la freschezza di un territorio.

Un grande applauso per il Quattro Spine 2016 un sapiente blend ben riuscito come tradizione vuole con Aglianico, Piedirosso e Tintore. Dai profumi emergono nette le fragranze floreali di frutto del Piedirosso rendendo il sorso fresco e agile, ma è l’Aglianico che gli dona carattere con i tannini di rango e ben amalgamati ad una amarena fresca nel finale.

 

Cuomo Marisa

Su questa azienda non ho molto da dire, il loro lavoro è praticamente fantastico, ogni loro vino parla di territorio, sono semplicemente dei capolavori. Il Fiorduva 2019 crea dipendenza, un vino che nasce da vitigni di cento anni su roccia dolomitica a 500 metri s.l.m e lavorazione in barriques di rovere francese. Tre i vitigni che lo compongono, Ripoli, Ginestra e Fenile che creano un caleidoscopio di profumi e di sensazioni gustative. “il mare dentro”, a voler riassumere solo un a parte di sensazioni percepite, a cui si aggiungono note di agrumi e floreali tutto bilanciato dalla mineralità. Il sorso e avvolgente, fresco e ricco di frutto. È un vino che non stanca mai tanto da finire facilmente a tavola, ma potrei continuare…

Il massimo livello di godimento lo raggiungo con il Ravello rosso riserva 2017 da uve Pallagrello e aglianico, elegante e signorile in ogni sua sfaccettatura di profumi e di gusto. Il primo impatto è con le note di erbe aromatiche come il timo e quelle di sottobosco e cuoi dolce affiancato a sfumature di umami gradevolissime che ne rilanciano la persistenza. Il primo sorso parla di Aglianico con tannini uniformi, morbidi e tanta sapidità, con il frutto e la spezia che lo accompagnano verso un finale che non c’è, piacevolissimo e fresco.

Il Furore rosso riserva 2017 non è da meno, si differenzia per la grande bevibilità e più giocato su timbriche floreali e minerali: ma qui si aggiunge anche il vitigno Tintore. Ampio e ricco di frutto il gusto con tannini didattici e perfetti.

 


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