Il Pecorino Carmasciano di D’Apolito-Moscillo

Pubblicato in: La mozzarella, i formaggi e il latte

di Lello Tornatore

Siamo ancora nel comune di Torella dei Lombardi, scendendo verso l’imbocco della stradina che ci porterà nella parte alta della Valle Dell’Ansanto dove Virgilio aveva ubicato uno dei due ingressi per gli Inferi, l’altro era Pozzuoli. E già avvertiamo al naso l’effluvio solfureo che proviene dalla vicina Mefite. Le esalazioni trasportate dal vento, condizionano e non poco il paesaggio circostante, che si presenta ai nostri occhi con una sfumatura cromatica giallognola, tipica dei composti dello zolfo. Un’altalena di salite e discese pari quasi alle montagne russe, alla fine ci fa puntare decisamente verso l’alto della contrada Montanaldo, collocata a mezzo tra Rocca S. Felice e Sant’Angelo dei Lombardi. Ci siamo!!!

 

 

Intravedo le stalle che da un’altura dominano la valle sottostante, aperta orgogliosa ai campi di lupinella e trifoglio. Il versante è quello sud nel “cerchio” di raggio km 3,5 che identifica, più o meno, il territorio del Carmasciano, appartenente a cinque comuni : Rocca San Felice, Guardia dei Lombardi, Frigento, Sant’Angelo dei Lombardi e Villamaina.

Ci accoglie con gioia la famiglia D’Apolito-Moscillo, composta da mamma Letizia D’Apolito, qualche anno fa il pilastro dell’azienda agricola, ora in convalescenza(le facciamo tanti auguri), da papà Grazio Moscillo che si occupa dell’azienda solo nei pochi ritagli di tempo che il suo lavoro di metalmeccanico nonchè le cure per la moglie Letizia gli concedono, la figlia Angela, studentessa dell’Istituto Alberghiero di Lioni, che collabora comunque alla conduzione aziendale, ed infine il perno dell’azienda, il figlio Giuseppe Moscillo, studente al terzo anno di Tecnologia Alimentare, con una borsa di studio vinta per un imminente stage in Spagna.

Purtroppo proprio in occasione della nostra visita, Giuseppe è a Napoli all’università, ma chi è stato alla manifestazione del 5 Marzo scorso ” Irpinia da amare“, certamente se lo ricorderà, al desk del Carmasciano…Quindi, eccezionalmente, è Grazio che ci mostra come si fa il formaggio e la ricotta. Intanto che le fasi della lavorazione si susseguono, il capofamiglia mi racconta un pò l’azienda. Trentatrè ettari di terra, parte in proprietà e parte in affitto, pascolo e seminativo per produrre il foraggio che serve all’allevamento, 330 capi di razza Laticauda ( 130 in lattazione, 90 in asciutta 60 agnelle di rimonta, 20 pecore gravide e 20 partorite, e 10 montoni), ultimamente sperimentalmente incrociata con Langon francese, 200 qli di latte all’anno quindi 30/40 qli di prezioso formaggio pecorino di Carmasciano.

Questi i numeri dell’azienda Moscillo!!! Nonostante la produzione non sia bassissima ed i prezzi di vendita abbastanza sostenuti (da 12 euro fino a 30 euro al kg. il formaggio, a seconda della stagionatura, e 6 euro al kg. la ricotta, 4/5 euro al kg., peso vivo, gli agnelli, Grazio ci confida che se non fosse per il fatto che il loro trend di clientela è costituito quasi esclusivamente da privati, non ce l’avrebbero fatta a tirare avanti con l’azienda.

“Con la nafta agricola a 1,10 euro al litro, con tutte le prescrizioni alle quali ottemperare, ed ora si aggiunge anche il balzello dell’ IMU, non ce la facciamo più!!!” Si sfoga inoltre…Ma si coglie nello sguardo di tutti i componenti della famiglia che la passione per questo formaggio e tale e tanta che anche le recenti difficoltà non ce l’hanno fatta e non ce la faranno a farli smettere.

Gli chiedo che cos’ha questo pecorino, in più e di diverso rispetto agli altri. Mi risponde confermandomi quello che già sapevo – siamo a meno di un chilometro dalla Mefite, le erbe spontanee, ma anche i cereali che coltiviamo, sono tutti impregnati da quel particolare sentore solfureo che poi ritroviamo nel latte e quindi nel formaggio.

E’ stato fatto uno studio dalla dott.ssa Laura Areniello della sezione zootecnia dell’Università di Napoli, che ha rilevato una presenza di zolfo all’interno del Carmasciano, molto superiore che negli altri pecorini, ed è proprio per questa ragione che è organoletticamente molto diverso dagli altri “. E’ diverso si, per riuscire a spuntare prezzi più alti di un pecorino di fossa che prevede un processo di stagionatura ed affinamento molto più laborioso e complicato, ce ne sarà il motivo!!! Faccio gli auguri per Letizia, un in bocca al lupo per Giuseppe e Angela e mi congedo, ma…non prima di aver comprato un agnello di Carmasciano per un amico di Roma (10 euro al kg., pulito), e formaggio e ricotta per me( tre mesi di stagionatura 14 euro al kg, e ricotta a 6 euro al kg.). Per strada penso e ripenso all’immane sacrificio di questi “eroi del gusto”, che di notte e di giorno, nei festivi e nei lavorativi, a Pasqua e a Natale, insomma sempre, sono qui ad accudire alle pecore e ci tramandano un prodotto tradizionale che ci fa sentire fieri di essere Irpini prima ed italiani poi…Altro che IMU, signor Monti, a questi “eroi” bisognerebbe mandare una medaglia!!!

www.carmascianodapolito.it

c/da Montanaldo, S. Angelo dei Lombardi

Tel. 082745331


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